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Aggiornato: 31 maggio 2025


La forma universal di questo nodo credo ch’i’ vidi, perché più di largo, dicendo questo, mi sento ch’i’ godo. Un punto solo m’è maggior letargo che venticinque secoli a la ’mpresa che Nettuno ammirar l’ombra d’Argo. Così la mente mia, tutta sospesa, mirava fissa, immobile e attenta, e sempre di mirar faceasi accesa.

cosi` da questo corso si diparte talor la creatura, c'ha podere di piegar, cosi` pinta, in altra parte; e si` come veder si puo` cadere foco di nube, si` l'impeto primo l'atterra torto da falso piacere. Non dei piu` ammirar, se bene stimo, lo tuo salir, se non come d'un rivo se d'alto monte scende giuso ad imo.

Poi appresso, con l'occhio piu` acceso, lo benedetto segno mi rispuose per non tenermi in ammirar sospeso: <<Io veggio che tu credi queste cose perch'io le dico, ma non vedi come; si` che, se son credute, sono ascose. Fai come quei che la cosa per nome apprende ben, ma la sua quiditate veder non puo` se altri non la prome.

La forma universal di questo nodo credo ch'i' vidi, perche' piu` di largo, dicendo questo, mi sento ch'i' godo. Un punto solo m'e` maggior letargo che venticinque secoli a la 'mpresa, che fe' Nettuno ammirar l'ombra d'Argo. Cosi` la mente mia, tutta sospesa, mirava fissa, immobile e attenta, e sempre di mirar faceasi accesa.

Poi appresso, con l’occhio più acceso, lo benedetto segno mi rispuose per non tenermi in ammirar sospeso: «Io veggio che tu credi queste cose perch’ io le dico, ma non vedi come; che, se son credute, sono ascose. Fai come quei che la cosa per nome apprende ben, ma la sua quiditate veder non può se altri non la prome.

E inginocchiarsi, e chinare la fronte, Ripieno il cor di mistica paura... Poscia negarlo o metterlo in oblio Discesi alla pianura! Esser pöeti è viver d'illusioni Che sull'Eterno Nulla il piede appoggiano; È celiar con stessi e con coloro Che vi sanno ammirar nelle canzoni; È accettare, negando, il Bene e il Male; È desiare la miseria e l'oro, La reggia e l'ospedale.

Gia` era in ammirar che si` li affama, per la cagione ancor non manifesta di lor magrezza e di lor trista squama, ed ecco del profondo de la testa volse a me li occhi un'ombra e guardo` fiso; poi grido` forte: <<Qual grazia m'e` questa?>>. Mai non l'avrei riconosciuto al viso; ma ne la voce sua mi fu palese cio` che l'aspetto in se' avea conquiso.

Non dei più ammirar, se bene stimo, lo tuo salir, se non come d’un rivo se d’alto monte scende giuso ad imo. Maraviglia sarebbe in te se, privo d’impedimento, giù ti fossi assiso, com’ a terra quïete in foco vivo». Quinci rivolse inver’ lo cielo il viso. Paradiso · Canto II O voi che siete in piccioletta barca, desiderosi d’ascoltar, seguiti dietro al mio legno che cantando varca,

Poi appresso, con l'occhio piu` acceso, lo benedetto segno mi rispuose per non tenermi in ammirar sospeso: <<Io veggio che tu credi queste cose perch'io le dico, ma non vedi come; si` che, se son credute, sono ascose. Fai come quei che la cosa per nome apprende ben, ma la sua quiditate veder non puo` se altri non la prome.

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