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Aggiornato: 7 giugno 2025
L'agonia del toro è tremenda. Qualche volta il torero non aggiusta il colpo a dovere, e la spada penetra bensì fino all'elsa, ma fuor della via del cuore. Allora il toro si mette a correr l'arena colla spada confitta nelle carni, irrigando il terreno di sangue, mandando altissimi muggiti, divincolandosi e scontorcendosi in mille modi per liberarsi da quella tortura; e in quell'impetuosa corsa, qualche volta la spada salta via; qualche volta si configge più addentro, e gli cagiona la morte. Sovente l'espada è costretto a dargli una seconda stoccata, non di rado una terza, talora una quarta; il toro versa un torrente di sangue; tutte le capas dei capeadores ne sono intrise, n'è macchiato l'espada, n'è aspersa la barriera, per tutto cola sangue, gli spettatori indignati coprono il torero d'ingiurie. Qualche volta il toro profondamente ferito, cade a terra; ma non muore, e resta l
Sì; soggiunse il piccolo Riario, facendo una di quelle mezze giravolte che sono tanto in uso presso certi pigmei forse a cagione degli altissimi tacchi che portano, gli è il famoso duellista. Come, il duellista? chiese Ginevra. Non ha altro merito per farsi conoscere?
Poveri preti montanini, poveri sacrificati! Son essi, infine, che celebrano nei luoghi altissimi, come l'antico Melchisedec; son essi gli unici consolatori di tanto popolo afflitto. Perchè, badate, in citt
Sull'immenso sfondo verdognolo azzurro nereggiano gli scafi snelli dei mille bastimenti: e sugli scafi s'inclinano i bompressi, si drizzano i bassi alberi, gli alberi di gabbia, quelli di pappafico e l'aste: le sartie s'appoggiano alle gabbie, i pennoni recano il velame arrotolato, e le corde, le puleggie delle manovre dormenti e delle correnti formano gli apparecchi altissimi dei lucrosi saltimbanchi del mare.
Di tanti e sí fatti studi non ingiustamente il nostro Dante meritò altissimi titoli: percioché alcuni assai chiari uomini in scienza il chiamavano sempre «maestro», altri l'appellavan «filosofo», e di tali furono che «teologo» il nominavano, e quasi generalmente ogn'uomo il diceva «poeta», sí come ancora è appellato da tutti.
Appena entrati, si alzano gli occhi agli altissimi archi acuti delle vôlte, poi si girano sul popolo di statue che ne circonda. L
Giunti alle bocche della Brenta, si attaccarono alla barca i cavalli, e la fecero avanzare speditamente fra due sponde ornate a vicenda d'alberi altissimi, di ricchi palagi, di giardini deliziosi, e di boschetti odorosi di mirti e d'aranci.
Siamo ripiombati in una specie di notte caotica fra gli altissimi scossoni dell'aria dove viaggiano come su mille binari paralleli i proiettili dei grossi calibri. Impera ora il 280. Interviene tirannicamente il 305 di tratto in tratto.
Donna Laura infine era giunta alla casa dei pioppi. Ella si sentiva sfinita: le si offuscava la vista, le tempie le battevano forte, la lingua le ardeva; le gambe sotto le si piegavano. Dinanzi a lei, un cancello stava aperto. Ella entrò. L’aia circolare era limitata da pioppi altissimi. Due delli alberi sostenevano un cumulo di paglia di fromento, tra mezzo a cui uscivano i rami fronzuti.
Se noi vorremo por giú gli animi e con ragion riguardare, io mi credo che assai leggiermente potremo vedere gli antichi poeti avere imitate, tanto quanto a lo 'ngegno umano è possibile, le vestigie dello Spirito santo; il quale, sí come noi nella divina Scrittura veggiamo, per la bocca di molti, i suoi altissimi secreti revelò a' futuri, facendo loro sotto velame parlare ciò che a debito tempo per opera, senza alcuno velo, intendeva di dimostrare.
Parola Del Giorno
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