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Aggiornato: 6 giugno 2025
«Negli Alpinisti ciabattoni abbiamo realt
Emilio Rey ebbe il vanto di accompagnare i più celebrati alpinisti dei Clubs Alpini europei, e questo torna ad onore del Club Italiano e delle sue guide di cui egli rialzò il prestigio. E la nostra Societ
Al mio club si ricevevano moltissimi giornali, e c'erano degli alpinisti appassionati che raccoglievano tutte le notizie di ascensioni pericolose. Ma nulla di notevole, e sopratutto nessuna disgrazia aveva accompagnato le ultime gite al Monte Bianco. Questo non mi calmò. Conoscevo il carattere di Fulvia.
Nel bel mezzo di quel pianerottolo sorgeva una piccola torre. Dico che sorgeva, e sarebbe più giusto il dire che cascava a pezzi. Era stata edificata nel 1816, per servire come stazione trigonometrica agli ufficiali che delineavano la carta topografica dello Stato Estense. Non cercate più ora quella piccola torre; mezzo diroccata ai tempi del nostro racconto, crollò del tutto qualche anno dopo. Oggi è surrogata da un bel torrione, di cui gli scienziati si faranno un osservatorio e gli alpinisti potranno farsi un ricovero. Così, quando l'opera sar
Pochi alpinisti posson vantarsi di aver fatto tante escursioni al monte come il mio orologio. Dicono che questo è un portamonete: come avviene che io non ce ne trovo mai una? Ad un uomo onesto ogni cosa sordida e vile fa stomaco; ad una donna magra può far stomaco il cotone o la stoppa.
Era pur solito a seguire nei loro giri tutti i Congressi Alpini che fin dai primi tempi raccomandò con insistenza si tenessero fra i monti, poichè quello era l'unico campo sul quale, sparita ogni differenza di regione, dovevano gli alpinisti italiani conoscersi ed affratellarsi.
Rigorosamente classificate, senza riguardi o di regione o di meschine raccomandazioni, allo stesso modo che gli alpinisti si radunano a congresso, avrebbe voluto che il Club mentre non è ancora in grado di creare scuole speciali, avesse radunate le guide migliori a fraterno banchetto, almeno una volta all'anno, in questo od in quel centro alpino, onde si conoscessero, avessero modo di scambiarsi le loro idee, ed in tale occasione con un discorso od una conferenza, si fosse svolto qualche argomento di non dubbia utilit
Le numerose vette nominate non sono che parte delle numerosissime che rendono interessante e tanto caro agli alpinisti il gruppo del Gran Paradiso.
Sull’Alpe erbosa i pastori ingannano talora il lungo ozio con nenie che sanno di preghiera, e gli Alpinisti che vi passano per diporto giudicano la loro vita pigra e beata.
Guglielmo era un bel giovane aperto e gioviale, faceva ridere Teresa e raccontava maraviglie alla madre. L’estate quando andava a far la guida su pel Monte Rosa, affidava loro la chiave di casa, e tornando a pigliarla, bisognava bene dire dove era andato, ed i pericoli superati e descrivere le nuove pazzie degli alpinisti.
Parola Del Giorno
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