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Aggiornato: 25 giugno 2025


Ma quando, qualche volta, Loreta usciva a fare degli acquisti a Tricesimo od andava, accompagnata da Agnul col carrozzino a Udine, per visitare il suo amico e protettore don Letterio, Vige provava il bisogno di dire l'animo suo alla padrona: Non è una donna quella , è un angelo! Buona, buona come il pane. Ha fatto una gran opera santa, signora mia, prendendola in casa. Per buona, , mi pare.

Agnul timidamente ripetè la sua domanda. Fu in questo momento che una carrozza, la quale scendeva dal paese, s'incrociò con quella dei Sant'Angelo. E tosto una voce: quella di Alvise Polverari, ordinò vibratamente al cocchiere di fermarsi. Subito i cavalli si arrestarono e il conte Alvise, balzato a terra, s'affrettò premurosamente al carrozzino, in cui sedeva Loreta. Ella pure diretta a Moruzzo?

Rimasta sola in casa e date con inusata indifferenza alla Vige le disposizioni pel desinare, e ad Agnul per altre minute faccenduole domestiche, ella, come era solita a fare nei giorni in cui aveva un minor numero d'incombenze a cui attendere, prese il suo cestello da lavoro e, messovi qualche libro, uscì dal cancello che chiudeva la braida, diretta ad un boschetto fittissimo d'ippocastani, gi

Vige ed Agnul corsero subito fuori e con meraviglia videro scendere dal legno il conte Leonardo Mangilli, che col suo fare burbero e colla ciera più scura del consueto venne loro incontro sollecitamente, accennando colla mano al carrozzino. Che c'è? che c'è? domandarono.

La Lambertenghi, assai pallida, si fermò un po' contrariata: , vado in chiesa. Ma con questo tempo! C'è un bel tratto. Vuole che chiami Agnul che attacchi il carrozzino? No, grazie, non monta. Non vi date pensiero. Ed usci. La povera Vige non potè frenare un gesto d'impazienza. Aveva un bel dire la sua padrona che bisognava fingere di non accorgersi di nulla!

E la vecchia contadina, ch'era un po' parente alla famiglia del gastaldo e viveva in una casetta colonica presso il palazzo, gliene serbava la maggiore riconoscenza. La gita al palazzo Morò-Casabianca la fecero in un bel pomeriggio di aprile partendo di casa verso le due ore. Nel carrozzino guidato da Agnul avevano preso posto la signora Chiara e Loreta.

Il professore non frappose ritardo. Letta appena la lettera, chiamò Agnul perchè allestisse il carrozzino e, fatta avvertire la Lambertenghi che recavasi in citt

Mattia balzò in piedi e di corsa seguì il ragazzo giù per le scale, oltre l'androne buio, all'aperto. Qui.... qui.... al cancello! mormorava Agnul precedendo rapidamente. Col

E poichè in quel momento Agnul veniva a dirgli che il carrozzino era pronto e se desiderava ch'egli venisse con lui: No, puoi restare, soggiunse subito. Forse la signora può aver bisogno di te. Se vuoi uscire.... colla carrozza.... Quindi volgendosi a Loreta: Uscirai oggi? domandò con naturalezza. Non so.... forse. C'è la fiera a Moruzzo.

Il cavallo dei Sant'Angelo repentinamente s'arrestò recalcitrando, colle orecchie ritte, fiutando esso pure il maltempo. Allora Agnul si risolse a parlare: Che si fa, signora? Il temporale viene. Torniamo? Ella parve per un momento indecisa. Quell'aria acuta che le sferzava il volto, quella sorda minaccia della tempesta che pesava tutto intorno, le dava quasi un senso di ebbrezza.

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