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Aggiornato: 10 giugno 2025


È tanto l’odio di Gregorio per Giuliano che il pio scrittore, onde poterlo, con ancora maggior efficacia, accusarlo di perfidia, non esita a farsi l’entusiasta apologista dell’imperatore Costanzo. Qui c’è un voluto e deplorevole oscuramento della verit

Qui riprese la parola la Principessa, e fattasi coraggio, imporporandosi tutta d'un bel rossore, disse: «Signori, può darsi che politicamente e militarmente il capitano Sennacheribbo Esposito abbia mal fatto ed ecceduto; e che, come il Ministero ha stimato opportuno di accusarlo, voi stimiate utile il condannarlo. Sebbene, vel confesso, non comprenda come possano scindersi due parti del medesimo atto ed approvar la mia liberazione e condannar la vendetta. so se sarebbe stata miglior politica lasciar la vostra Infanta morire fra gli strazî o lasciarne impuniti i rapitori delusi che avrebber mossa immantinente guerra feroce a noi impreparati. Ad ogni modo è anche buono che voi sappiate quel ch'io penso e sento di quest'uomo; io, beneficata da lui e salva per opera sua dalla vergogna e dalla morte, e vendicata. Non ho riputazione di esser crudele, io, credo; e certo non v'ha persona nel Reame che spaventi la prospettiva di avermi per sovrana. Ignoravo affatto cosa fosse il desiderar male altrui, e l'ira e lo sdegno, e la volutt

Donna Rosalia la interruppe, e con accento appassionato: Ohimè! esclamò, guardate: io odio donna Maria perchè accolse il suo amore sapendo, ne sono sicura, che io lo amava; perchè me lo rapì.... Egli è più colpevole di lei, il so; eppure io non posso sentire accusarlo.... Tacete, donna Livia, tacete.... E se un solo istante io lo vedessi, se mi parlasse, io tutto perdonerei, perchè lo amo ancora....

Se l'ingegnere Selmi aveva mancato di previdenza, non si poteva certo accusarlo di mancar di coraggio. Egli si mostrava dovunque c'era un pericolo, e raccogliendo intorno a i pochi addetti alla miniera che non avevano partecipato al movimento, si preparava, se fosse stato necessario, a far pagar cara la propria vita.

E se egli non si corregge, giogne a l'etterna danpnazione con tanta reprensione e rimproverio, che la lingua tua non sarebbe sufficiente a narrarlo. E molto piú egli che un altro, secolare: unde una medesima colpa è piú punita in lui che in un altro che fusse nello stato del mondo; e con piú rimproverio si levano e' nemici suoi nel ponto della morte ad accusarlo, come Io ti dixi.

PASQUELLA. Ché non lasciate andar or quel giovine? Che ne volete fare? GHERARDO. Che ne vo' fare? Accusarlo al governatore; e farollo gastigare. PASQUELLA. O forse fuggirá. GHERARDO. E io l'ho rinserrato drento. Ma ecco Virginio. Apponto non volevo altro. PEDANTE, VIRGINIO e GHERARDO. PEDANTE. Io mi maraviglio, per certo, che giá non sia tornato a l'ostaria; e non so che me ne dire.

Parola Del Giorno

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