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Aggiornato: 10 maggio 2025


«D'allora venne sempre a darmi lezione e non si parlò più di compenso. Non era il mio fidanzato? «Tutti gli spartiti che mi occorrevano, egli trovava per caso di averli fra le sue carte. E molto spesso li aveva nuovi. Io mi accorgevo di tutte queste gentilezze, e le accettavo con riconoscenza. Ricusare quelle delicate premure mi sarebbe sembrato una sgarbatezza.

RAIMONDO sorridendo. Press'a poco. Entrando nei particolari, ti raccontavano dei fatti enormi, di una impudenza inaudita. Andavo a cavallo, sola, ogni mattina, a Villa Borghese, e non arrossivo e non svenivo per la paura se dei gentlemen o degli ufficiali mi si mettevano a lato, nei viali. Anzi, chiacchieravo con loro, e, incredibile ma vero, accettavo delle sfide di corsa, nelle quali, e non per troppa bont

«Allora fui subito più quieta, e a furia d'interrogare il Signore, la Madonna e i Santi, mi parve proprio che rispondessero di , e che facevo bene ad accettare. Anche il mio confessore fu dello stesso parere, e io in capo ai tre giorni dissi alla Superiora che accettavo.

Mi sentivo su la fronte un peso di dolore così grande che non per me, Tullio, ma per quel dolore, soltanto, per quel dolore accettavo su la fronte i baci di tua madre. E se io ero indegna, quel dolore era degno. Tu puoi perdonarmi.

(con impeto di disperazione) Io, dunque, debbo rinunziare al sogno di ridare il padre al mio bambino, debbo rinunziare al sogno di assicurargli una guida, un avvenire, un nome?... Dio, Dio mio, aiutatemi voi, aiutatemi voi! (Pausa. Poi, prendendogli dolcemente le braccia, le mani, circondandolo amorosamente) Mario, ho tanto sofferto, e ho sofferto in pace, per mettere al mondo quel piccino che, pensavo, sarebbe stata la continuazione della parte migliore della mia vita. Ero sola, ero malata, accettavo il soccorso offertomi da qualcuna delle mie amiche d’una volta

«Ma fin allora non m'ero mai imbattuta a pensare quale potesse essere la condizione economica di mio padre. Accettavo la mia, e la godevo colla spensieratezza della mia et

Che egli alla sua volta aveva offeso gravemente il mio onore, il solo bene ch'io possedevo, e intendendo di conservarlo con ogni scrupolo, accettavo la sua sfida all'ultimo sangue, deciso di mostrargli che si è completamente ingannato sul mio conto, ch'io facevo pochissimo caso della vita, ed offrivo il mio sangue, per sostenere la mia onesta riputazione.

Parola Del Giorno

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