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Aggiornato: 20 giugno 2025
Nella seconda Cisalpina il Guicciardi si tenne in disparte, finché mandato all'assemblea di Lione, come uno dei notabili del dipartimento del Lario, vi si segnalò per moderazione e dirittura d'idee, di modo che Bonaparte il 26 gennaio 1802 lo chiamò all'alto ufficio di segretario di Stato della Repubblica italiana.
Il 26 Gennaio Ras Alula ha sorpreso la colonna De Cristoforis, spiccata da Monkullo per soccorrere il maggiore Boretti assediato in Saati, e l'ha distrutta sulle alture di Dogali. Tutti i giornali sono frementi della truce novella: la Camera ha tumultuato, il popolo si è scosso per le piazze all'odore del sangue.
¹⁴⁴ Idem, II, 610, 10. ¹⁴⁵ Gregor. Naz., 115, D. ¹⁴⁶ Amm. Marcell., II, 26, 5.
26 Non avea il campo d'Africa più forte, né Saracin più audace di costui: e più temean le parigine porte, ed avean più cagion di temer lui, che Marsilio, Agramante e la gran corte ch'avea seguito in Francia questi dui: e più d'ogni altro che facesse mostra, era nimico de la fede nostra. 27 Vien Prusione, il re de l'Alvaracchie; poi quel de la Zumara, Dardinello.
[Nota 26: Il testo:
Diploma dato di Melfi a 8 ottobre tredicesima Ind. per fornirsi danaro a Roberto conte d'Artois, vicario generale In Calabria, al quale n'era mestieri per vari negozi, ibid., fog. 179, a t. Diploma dato di Brindisi il 26 ottobre tredicesima Ind. Giovanni di Salerno è eletto capitan generale ad guerram contro i ribelli e nemici di Scalea.
Ma scrutiamole un poco, ventiliamole queste prove... Non si accorgono, lor signori, quanto appunto ci sia deficienza di prove assolute sulla origine del delitto?... Ecco, io apro il processo a pag. 26. Leggo la querela, in atti, dello Scrivano della Piazza.
Conceduta a Squarcia de Riso la terra di Melise in val di Crati. Ibid., fog. 96. Detto, 14 luglio. Conceduta a Matteo ed Arrigo de Riso militi, e a Francesco de Riso da Messina la terra di Geremia in Calabria. Ibid. Son le parole stesse del Neocastro voltate in italiano, e in qualche luogo abbreviate. Bart. de Neocastro, cap. 25, 26.
«I mali asprissimi scriveva il 26 maggio Foscarini al Doge che l'attual guerra fa provare all'Italia cominciano a produrre non lievi conseguenze. Gi
Se il generale non lo esibì fin d'allora per sospendere negoziati e poteri del negoziatore, sorge il pensiero ch'ei volesse trarre partito da quei negoziati, che inceppavano la vigilanza e le forze del popolo romano, per impadronirsi a poco a poco, senza incontrare resistenza, dalle posizioni migliori; certo com'egli era di porre fine quando giovasse, rivelando il dispaccio del 26, agli accordi e di rompere, pronta ogni cosa per assalire, la tregua.
Parola Del Giorno
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