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Anche canuto, tu susciti nell'anima mia qualche cosa che mi ringiovanisce, che mi spinge a far tuttora il mio dovere di milite e di cittadino, a fiutare ancora quei campi di battaglia, ove deciderannosi le sorti di buon numero dei tuoi figli, schiavi dello straniero.

Salute, salute, o sole, che susciti, e circoscrivi le vite; salute, o fonte di generazione, e di morte! Tu hai veduto con questi stessi raggi il luogo del nascimento, e la tomba dei nostri primi parenti; tu vedrai quella degli ultimi nepoti: le nazioni scomparvero dinanzi a te come le acque del torrente, come l'arena del deserto. Gli uomini ti hanno maledetto, e tu non hai cessato di spargere le benedizioni della luce sopra di loro; ti hanno offerto incensi, e preghiere, come a un Dio, e tu non hai aumentato i tuoi fuochi; sempre grande, sempre immutabile nella tua bont

CONSTANZA. Avézzati a poco a poco a non mirarla, perché dalla vista dell'amata persona cresce la fiamma nell'intime midolle; avézzati a non parlarle, perché le parole son via alla concupiscenza: fuggi, quanto puoi, di trovarti da solo a solo con ella, accioché l'occasione non susciti l'uso, e ti conduca a qualche reo e biasmevol fine; allontánati da lei per qualche tempo, perché la lontananza degli occhi genera la lontananza dal cuore, e con generosa pazienza sopporta lo sforzo della tua inclinazione.

Tu sola, o santa poesia, sei vera, Che il vivo senso delle morte cose E i tenui affetti susciti In mezzo all'ombre, ai sassi, alle nemiche Care al Silenzio e d'ogni ben gelose Invidiose ortiche. Ove manchi il sospiro di Natura, Irrigidite larve e di cuor vuote Stan le passate immagini Di questa labil vita, che si oscura Di giorno in giorno in disperato oblìo. Amor, luce di Dio, le scalda e scuote.

Ugo, non trovandosi per un momento Imilda al fianco, provò d'amarla doppiamente. O mia donna! proruppe: La mia grande sventura è la mia ventura! , se gli uomini mi condannarono alla fuga, alla solitudine, all'esiglio, la mia stella mi concesse la ferma, la piena, l'unica vita dell'affetto! Come ho amato! Come amo! Laggiù in mezzo agli uomini, all'armi, alla potenza, avrei provato tutto lo squallore del deserto! Trista era l'anima mia più che l'avello dei morti! Volevo vivere e morivo, volevo morire e vivevo! L'odio e l'amore!... In poco tempo s'era squassata l'anima mia.... Quassù ho dimenticato i miei nemici, i miei più fieri, Oldrado e Guidinga, il mio fìerissimo Ugo ho dimenticato, e sono Silverio.... O mia donna! Che cos'è Dio? l'anima? il bene? Io non so: so che tu sei il mio Dio, l'anima mia, il mio bene! Tu il mio riposo!... Vieni, ch'io ti voglio: e con un ardentissimo bacio voglio sul tuo cuore suggellare le care speranze che ti allietano questi dirupi dell'esiglio!... Quando in me vedi il boscaiuolo, eccomi pronto a sfidare la valanga, fosse pure per coglierti un solo filo d'erba che ami: quando in me ricordi e compiangi e susciti il cavaliere, eccomi, armato come vedesti, audace senza l'elmo, insignito di sproni d'oro, tremendo figlio d'una traditrice e di un tradito, non quale fui, meschino in confronto alla tempesta che mi ruggeva in petto, ma quale avrei voluto essere, eccomi.... come un paggio a' tuoi piedi.... e tu comanda! Tu non comandi mai, Imilda! Tu desideri, tu guardi, tu baci.... Tu mi hai donato una bimba.... O fanciullina mia, non sai come si chiami tuo babbo? Silverio? Ugo? Si chiama felice: e ti basti. E qual vita ebbe? Nessuno mai te lo racconter