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Tu sei irremovibile come una rupe e io ti ammiro! esclamò il Mahdi. Alzati, parla e io ti giuro che ti darò vivo l'uomo che mi chiedi. Grazie, Ahmed. Il carnefice sparve dietro la tenda. Ahmed si sedette sull'angareb invitando il beduino a fare altrettanto. Parla che ti ascolto, disse. Ahmed Mohammed, disse il beduino dopo aver meditato alcuni istanti. Ti ricordi di Fathma, la tua favorita.

Notis cambiò tre o quattro volte posizione e cercò di riappiccare il discorso, ma dalle labbra tremanti non gli uscivano che frasi interrotte e senza senso. Ad un tratto si rovesciò sull'angareb, chiuse a poco a poco gli occhi e lasciò sfuggire il scibouk che cadde a terra spezzandosi.

Hai veduto arrivare in Quetêna dei soldati egiziani, che conducevano una bella donna? No. Nemmeno dei beduini guidati da un greco? Dei beduini , portavano una donna che dalle vesti mi parve un'almea. Omar fece un soprassalto sull'angareb, sbarrando tanto d'occhi. Non m'inganni tu? chiese egli con veemenza. A che pro? rispose il sennarese alzando le spalle.

Il Mahdi fece un soprassalto sull'angareb e la sua fronte si aggrottò. Perchè richiamarmi alla memoria quella donna? chiese egli con ira. Lo saprai dopo. Sai tu, con chi fuggì? Se l'avessi saputo quell'uomo non vivrebbe più. Te lo dirò io. Fuggì con uno sceicco che era ai tuoi servigi. Eh!... dov'è questo sceicco? Morì nella battaglia di Kadir. Maledizione.

Come ti dissi, diceva Abù-el-Nèmr, mi sono presentato questa sera istessa a Mohammed Ahmed. Egli mi ha accolto con molta gioia e mi ha subito parlato dell'uomo che noi cerchiamo. Oh! esclamò il suo compagno, facendo un balzo sull'angareb. È proprio vero quello che tu dici? Te lo giuro. Egli mi parlò di Abd-el-Kerim. E dunque?

Il Mahdi, vedendo che il prigioniero stava per avventarglisi addosso, indietreggiò sguainando la scimitarra e gettò un acuto fischio. Yokara, il gigantesco carnefice, balzò nella stanza abbrancando a mezzo corpo l'arabo. Gli bastò un pugno solo per atterrarlo e ridurlo all'impotenza. Lega quest'uomo al palo, disse Ahmed sdraiandosi indolentemente sull'angareb.

L'almea si trasse indietro. I suoi occhi s'infiammarono per l'ira e lo sdegno. Non toccarmi, diss'ella con tono di minaccia. Vi sono pugnali capaci di forare il petto anche a un basci-bozuk. Volse bruscamente le spalle ed uscì dal caffè seguita dallo schiavo. Oòseir fe' atto di slanciarsi dietro a lei, ma due mani di ferro lo curvarono sull'angareb.

Lasciami, lasciami! rispose Fathma mordendolo in un braccio. Non appartengo più a te. Sono di Abd-el-Kerim. Ti amo, Fathma! Ti amo! Ti odio, ti maledico, ti disprezzo! Ahmed cercò di rovesciarla sull'angareb. Fathma balzò in piedi come una leonessa, poi alzando il pugno lo lasciò cadere sul volto del Mahdi che si coprì di sangue. Ahmed digrignò i denti.