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L'almea si trasse indietro. I suoi occhi s'infiammarono per l'ira e lo sdegno. Non toccarmi, diss'ella con tono di minaccia. Vi sono pugnali capaci di forare il petto anche a un basci-bozuk. Volse bruscamente le spalle ed uscì dal caffè seguita dallo schiavo. Oòseir fe' atto di slanciarsi dietro a lei, ma due mani di ferro lo curvarono sull'angareb.

Deve essere partita in direzione di Hossanieh, giacchè parlava di volersi recare al campo egiziano. Abd-el-Kerim che aveva prestato molta attenzione a quelle risposte, si levò in piedi come spinto da una molla. È notte diss'egli, con voce leggermente alterata. E che importa! esclamò Oòseir. Abbiamo da percorrere molta via prima di giungere a Hossanieh. Non avete dei mahari?

È la prima volta che io vedo quella donna e sono incapace di tradire la mia fidanzata. Posso crederti? Lo devi credere. E allora, che importa a te se io voglio baciarla? chiese Oòseir. L'arabo si tacque, non sapendo certamente che cosa rispondere. Hai forse paura che quell'almea mi pugnali. Ne sarebbe capace, disse un sennarese, che fumava vicino.

Come può amare un arabo. È troppo poco Abd-el-Kerim. A me sembra sufficiente, Oòseir. Mi sembri un po' freddo, oggi. Una volta parlavi con più fuoco. C'è pericolo che la lontananza e la vita del campo abbiano a spezzare il nodo? Non lo credo, rispose l'arabo quasi di cattivo umore. Elenka è sempre radicata nel mio cuore. Eppoi chi ardirebbe romperla con quella creatura?

E a Chartum che si dice della insurrezione? chiese Oòseir. Si ha paura che non la si possa domare, rispose Notis. Eppoi vi sono molti abitanti che parteggiano per il Mahdi, credendo realmente che egli sia l'inviato di Dio. Di gi

Dov'è andato? L'ignoro. L'ufficiale stette alcuni istanti silenzioso guardando la corrente del fiume e le barche che la solcavano, poi tornò a chiedere: Dove trovasi il tenente Oòseir? Bere il narghiléh significa fumare col narghiléh, ossia colla pipa.

Avevo paura che tu non mi venissi incontro. Ira di Dio! Posso chiamarmi ancora fortunato. Avesti torto di supporre che non sarei venuto. Quanto tempo è che sei arrivato? Ah! che viaggio noioso, amico mio! Sono arrostito più meno d'un montone. Come va, Oòseir? Come la può andare ad un uomo che fuma ed ozia tutto il giorno, rispose il basci-bozuk. Voi nei villaggi state sempre bene.

Quel cane di Mohamed Ahmed è fortunato. E anche un grand'uomo, disse Abd-el-Kerim. Zitto, dissero improvvisamente alcuni arabi. Che c'è? chiese Notis, stizzito da quell'intimazione. Udite?... Al di fuori si suonava un cembalo e tratto tratto s'udivano fragorosi battimani uniti alle grida di: Viva l'almea! Che succede? domando Oòseir, alzandosi.

Notis li guardò entrambi con sorpresa e sentì una ondata di sangue montargli alla testa nel sorprendere lo sguardo che si scambiarono e al sospetto che gli balenò in mente. Come ti chiami bell'almea? chiese egli sardonicamente. Fathma, rispose con nobile alterigia, la danzatrice. Tu sei bella! esclamò Oòseir, alzandosi. Tanto bella che io voglio posare le mie labbra sulle tue.