United States or Czechia ? Vote for the TOP Country of the Week !


O Italia, o femmina bellissima viva morta rinata, saggia pazza, cento volte ferita e pur tutta risanata, Italia dalle mille prostituzioni subìte e dalle mille verginit

San Luigi cercò, ma invano, di mettere un argine a tante corruzioni. Il 25 giugno 1263, scrisse da Aigues-Mortes a Mathieu, abbate di San Denis, e al conte Simon de Nesle: «Abbiamo ordinato d’altronde, di distruggere quelle note e manifeste prostituzioni che insozzano con le loro infamie il nostro fedel popolo e che trascinano tante vittime nel fango e nell’abisso della perdizione; abbiamo altresì ordinato di perseguitare questi scandali tanto nella citt

Le satire di Giovenale sono piene delle prostituzioni orribili, che le signore romane si permettevano quasi pubblicamente, e di cui gli eroi erano infami istrioni, schiavi vili, vergognosi eunuchi, atroci gladiatori. «Vi sono donne che gioiscono a cercare i loro amanti nel fango ed i cui sensi non si svegliano se non alla vista di uno schiavo, di un servo.

Non parlate di politica, non ci pensate! pagate e spogliatevi di buona grazia per grassamente mantenere i vostri scorticatori. Poi, di giuochi, di divertimenti, di prostituzioni ve ne lasceremo a dovizia. Le sponsalizie del mare erano delle cerimonie predilette del popolo di Venezia, quando questo popolo era padrone di , aveva un governo proprio e questo governo era presieduto dal Doge.

Paragonando poi quei tempi eroici con gli obbrobrii dell'impero e della decadenza e in ispecie colla più moderna storia dei preti, così avviluppata in un caos di umiliazioni, di prostituzioni, di miserie, sentii tutto il peso d'una mortificazione inesprimibile. Studiando concepii un immenso disprezzo, un odio profondo per il Clericume, istrumento principale dell'abbassamento e del servilismo del nostro popolo. Con indole tale e tali sentimenti, vi persuaderete facilmente che le occupazioni e i divertimenti principeschi della mia casa, gli sterminati omaggi dell'aristocrazia Romana serva del prete e dello straniero, non potevano avere le mie predilezioni. Non tra le cortigianesche passeggiate, le feste, i balli e le dissipazioni vane, ma tra le splendide ed immense ruine di cui è seminata la nostra Metropoli, io trovavo le mie delizie, e cavalcando o a piedi, quasi ogni giorno, passavo alcune ore tra quei superbi avanzi della grandezza Romana. Giunta all'et