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Diademi, vesti, eunuchi all'antico uso medo od assiro. Agli eserciti furon preposti un magister utriusque militiae, e sotto esso due magistri peditum ed equitum, e sotto questi i comites, ed ultimi i duces. E cosí, spogli d'ogni comando militare, furono ridotti a governatori civili i giá pericolosi prefetti del pretorio.

E le turbe, che non ragionano e non intendono, mi guardarono minacciose; ed io, traendomi in disparte, risposi: O gente degna delle «ghiande saturnie», placatevi e calpestate questo male sparso Caffé. Venne Adonio, il damo per eccellenza; Adonio, il condottiero profumato della schiera degli eunuchi.

La pederastia è frequentissima e ben organizzata in certi punti dell’India dagli eunuchi, gli uomini, a gruppi di cinque a sei e più, vivono in una casa sotto la presidenza dell’eunuco più attempato il quale chiamasi Gooroo. VII. Vizii di bassa lega Donne Pubbliche e loro sfruttatori. Il Lenone

L'artista mediocre accusa tutti fuor che stesso della sua impotenza. Ama il bello come gli eunuchi aman le donne e cerca la gloria per le vie di traverso dell'impressionismo, del pointillé, dove la gloria non ha mai messo il piede.

Perocchè il peso d'una bella donna gli è la più spaventevole delle cure, per tutt'uomo che non ha a sua disposizione gli eunuchi ed il sacco del Sultano, la Banca d'Inghilterra, od il potere illimitato dello Czar. Che volete voi dire? Questo: che io vi ringrazio dell'onore che mi avete fatto domandandomi la mano di mia sorella, cui io sono nell'impotenza di accordarvi. Voi me la rifiutate dunque?

La descrizione che il retore d’Antiochia tratteggia della Corte di Costanzo è ancor più spaventosa di quella di Ammiano. «Vi si vedeva una folla oziosa, sfacciatamente mantenuta, mille cuochi, in numero non minore i barbieri, ancor più numerosi i coppieri, sciami di scalchi, di eunuchi, più fitti delle mosche sugli armenti in primavera, e innumerevoli vespe d’ogni specie.

Quello che importa son le feste, coi loro apparati, organi, musiche, i loro canti da eunuchi. Eppoi son così splendidi negli adornamenti, così incensati tutti quanti quei graziosi ministri del Carpentiere di Galilea, dal sagristano al papa! Ed il paradiso apertissimo a tutta cotesta canaglia lo contate per nulla?

La paganizzazione del Cristianesimo, che avveniva nella dogmatica e nel culto, si verificò, ben presto, anche nei costumi appena il Cristianesimo diventò religione riconosciuta e dominante e conquistò le masse. La tenacia con cui si curavano i beni, si volevano i godimenti della terra non rimase per nulla indebolita dalla conversione degli uomini al Cristianesimo. Esser pagani o cristiani, pel risultato morale, era tutt’uno. Si poteva quasi dire che il Paganesimo si era, in parte, purificato col gittare sul Cristianesimo alcuni dei suoi peggiori elementi. Ed era naturale che ciò avvenisse. Con gli imperatori cristiani, l’essere cristiano era una condizione necessaria al successo nella vita. Per restar pagani ci voleva della virtù ed una forte convinzione. Lo spettacolo che offriva la Corte dei Costantiniani, quella di Costanzo, per esempio, con gli intrighi che vi dominavano, con gli eunuchi che vi avevano signoria assoluta, con gli eccidî neroniani che vi si perpetravano, mostrava il naufragio morale a cui era fatalmente andato incontro il Cristianesimo, dal momento in cui, dall’essere la religione di una minoranza perseguitata, diventò la religione riconosciuta dello Stato. Finchè il Cristianesimo richiese ed usò tutte le forze di quella minoranza nella lotta di resistenza contro la persecuzione, esso moralizzò potentemente l’uomo, sollevandolo al sentimento di un’eroica virtù. Ma il Cristianesimo, allorquando vittorioso potè adagiarsi nella sicurezza e nella pace, lasciò l’uomo libero di ritornare all’esercizio delle sue passioni e di rivolgere al male tutte le energie che non erano più assorte in un combattimento supremo. Così avvenne che il mondo e l’uomo, per essere diventati cristiani, non si mutarono affatto. Anzi, a rendere peggiore la condizione degli animi e delle cose, si aggiunse un fenomeno affatto nuovo, quello dei partiti e delle ire teologiche. Le metafisiche, nel mondo antico, erano semplicemente delle opinioni. Ma il Cristianesimo ellenizzato fece della metafisica un dogma indiscutibile. Da qui la conseguenza dell’intolleranza dottrinale, perchè la fede nel dogma diventava la condizione della salvezza, e siccome ogni partito pretendeva di essere in possesso della verit

Tutti questi vili servitori del piacere e del vizio si dividevano in due categorie, arrogandosi in generale diritti sulle loro attribuzioni speciali; vi erano quelli che facevano sempre da vittime passive e docili, ve ne erano di quelli che divenivano attivi a loro volta e che potevano al bisogno rendere impudicizia per impudicizia ai loro dissoluti mecenati. Questi ultimi, di cui le dame romane non sdegnavano i buoni ufficii, erano gli eunuchi, ai quali la castrazione aveva risparmiato il segno della virilit

¹²⁵ Socrate, lo storico ecclesiastico, parlando dell’epurazione fatta da Giuliano coll’espellere dalla reggia le turbe di cuochi, di barbieri, di eunuchi, di parassiti d’ogni genere, nota come pochi lodassero tali atti del giovane imperatore, mentre i più li biasimavano, perchè col diminuire la magnificenza della reggia, diminuiva insieme il prestigio dell’impero, ed aggiunge un’acuta osservazione; un imperatore, egli dice, può fare il filosofo, però con temperanza e misura, ma il filosofo che vuole far l’imperatore, passa il segno e cade negli spropositi.