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³⁵⁶ Compendio della vita, e delle gesta di G. Balsamo denominato il Conte Cagliostro, che si è estratto dal Processo contro di lui formato in Roma l’anno 1790, ecc. In Roma MDCCXCI ed in Palermo, MDCCXCI. Nella stamperia di D. Rosario Abbate.

Respinse il vecchio Abbate che gli abbracciava le gambe, lo stese duramente per terra, e con un salto balzò fuori della cella. Il crisma consacrato si sparse sul pavimento, e si mescolò col sangue che scorse dalla fronte lacera del misero Abbate; egli però nulla curando la ferita, aiutato dai circostanti, si ripose in piedi, e s'incamminò ad amministrare il pietoso ufficio col poco olio rimasto: gi

Così fossesospirava Malfiglioccio. «Vi so dire che non si guadagna neppur l'acqua da lavare le mani. Chi ha famiglia bisogna stia a stecchetto, e rosichi pan e pane: e la è bazza quando la festa possiamo fare il miglio in vino. Uh, a rispetto di tempo fa! di quando la buon'anima di mio padre era abbate della nostra maestranza! Che lavorare! che coccagna! I fiorini fioccavano a casa nostra. Qua un palvese, l

Così la Sicilia, che aveva dichiarato decaduto il Re delle due Sicilie, era liberata da tutte le truppe borboniche. A Palermo veniva istituita la Guardia Nazionale affidandone l'incarico al Comandante generale Barone Riso. Collaboratori Duca di Monteleone, Marchese Casimiro Drago, Leopoldo Pizzuto, Conte Lucio Tasca, Cav. Luigi Gravina, Andrea Mangeruva Tommaso Abbate Segr.

E se tu ti vòlli alla terra, a l'obbediente obbedisce, come vedesti, se bene ti ricorda d'avere lecto di quello discepolo, che, essendoli dato uno legno secco dal suo abbate, ponendoli per obbedienzia che 'l dovesse piantare nella terra e inaffiarlo ogni , egli, obbediente, col lume della fede, non si pose a dire: Come sarebbe possibile? ma, senza volere sapere la possibilitá, compiè l'obbedienzia sua, intantoché, in virtú de l'obbedienzia e della fede, il legno secco rinverdí e fece fructo, in segno che quella anima era levata dalla secchezza della disobbedienzia, e, rinverdita, germinava il fructo de l'obbedienzia.

Palmiero Abbate nel 1272 fu castellano del castel di Favignana per Carlo I, come si vede in un diploma pubblicato dall'er. Michele Schiavo, Memorie per la istoria letteraria di Sicilia, tom. I, par. 3, pag. 49 e seg. Tutti gli scrittori Trapanesi voglion Palmiero lor concittadino, i Palermitani lo contendon loro; gli uni e gli altri senza provarlo abbastanza.

Noi diamo del pane a delle migliaia di parasiti unti e bisunti come voi di un olio santo rancido, ser abbate, a delle migliaia di randagi sottrattisi all'aratro ed alla zappa, che si addicono all'utile delizia di pregare per la gente che non ha alcun bisogno delle loro preghiere. Ecco tutto, sere abbate. Ci siamo capiti.

ancor pago, a perpetua infamia dei rei, o a trofeo della famiglia, Andreotto Abbate faceva murare sulla facciata della casa sua, che fu poi di G. C. Imperatore, rimpetto a Porta Felice, due maschere in tufo calcare dei felloni chiaramontani, non essendosi potuto conservare le teste di carne e di ossa per lungo tempo quivi esposte.

La Conversazione Istruttiva, foglio interessante, fu il più piccolo formato dei suoi confratelli vecchi e nuovi, uscito tra il 7 gennaio ed il 7 aprile 1792. Semplicissima la compilazione: un dialogo tra «Dama, Cavaliere, Medico, Avvocato, Filosofo, Abbate»: sei personaggi per sei tipi del tempo.

Nel testo io ho trascritto le parole di Saba Malaspina, senza tener punto poco alla cittadinanza palermitana di Palmiero Abbate; perchè la Sicilia è la mia patria, non questo o quell'altro muro, in cui infelicemente i Siciliani per l'addietro chiudeano i loro affetti nazionali. Bart. de Neocastro, cap. 62. Bart. de Neocastro, cap. 62.