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Francesco Parabiano era morto nella notte. Gli amici di Andrea avevano tentato di tenergli nascosta, almeno per qualche tempo, la dolorosa notizia; egli la indovinò subito dai loro volti abbattuti e dalle loro risposte dubbie e contradditorie.

L'insulto era stato pubblico, tutti ne parlavano; era il solo argomento della giornata, e il Parabiano pareva non volersi accontentare di una graffiatura. Sta bene, rispose Andrea seccamente. Ed ora, aggiunse il Renzanico, dobbiamo farti una strana ambasciata, per conto, figurati, del tuo avversario! Andrea guardò i due amici facendo atto di maraviglia.

E così? domandarono premurosamente i padrini ad uno dei medici, appena il Parabiano fu adagiato nella vettura che dovea ricondurlo in citt

Lui, che aveva tanto supplicato, avea potuto ottenere la guarigione di Francesco Parabiano?... No. Lui che avea tanto creduto, avea potuto prolungare di un giorno solo la vita dell'Adele?... No. A lui, che aveva tanto sofferto, era stata concessa un'ora sola di riposo e di oblio?... No. Mai!

A un tratto il Parabiano, sconcertato da così forte sicurezza, mutò gioco e volle tentare un colpo suo di riserva e che fino allora gli era sempre riescito.

E in più ci sono i nervi soggiungevano gl'innamorati. In quanto al Santasillia, egli era un uomo... diverso dagli altri... Era ancora troppo vivo in lui il ricordo della Parabiano; poi aveva fatto i voti proprio come un prete e pativa di scrupoli.

I padrini del Parabiano si presentarono alle undici precise. Erano due ufficiali; e Andrea notò subito la delicatezza del suo avversario, che non avea mandato per isfidarlo alcuno di que' suoi compagni che erano la sera innanzi al Caffè Dante. So bene, egli disse loro, a che cosa devo attribuire l'onore di una simile visita.

Giovanetto ancora, egli era buono, onesto, pio, e tutto ciò non valse a difenderlo dal cattivo genio che lo spinse contro Francesco Parabiano e gli distrusse in un attimo la felicit

Avvicinò il biglietto alla lucerna, ne lesse il nome, e subito il suo volto si fece livido, contraffatto: era il nome di Francesco Parabiano. Andrea di Santasillia non era uomo da sbigottirsi facilmente, e per quanto fosse rimasto colpito e addolorato, non tardò a ragionare e a persuadersi che quello strano incontro non avrebbe certo dovuto influire sopra i disegni del suo cuore.

Queste informazioni, poco favorevoli ai Parabiano, non ebbero alcuna efficacia sull'animo di Andrea. Sebbene le sue idee politico-religiose fossero agli antipodi con quelle professate dal giovane Parabiano, pure egli non metteva tutti in un mazzo, come faceva la contessa Giustiniani, i liberali e i birbanti. In ogni modo poi l'Adele avrebbe dovuto essere innocente delle colpe di suo fratello, anche ammesso che questi ne avesse avute. Egli la vedeva pregare con troppo fervore, con troppo raccoglimento, perchè il cuore di lei non fosse pio e buono. Anzi, dopo quel colloquio, il Santasillia cominciò un poco a credere che la vecchia signora non avesse poi tutto quel tatto e quel gran talento che aveva sentito vantare e un po' alla volta diradò le sue visite; gi