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Fino il duol del padre oppresso Nei nepoti resta impresso, E van pazzi a cento a cento Per chimerico spavento! O follia, sei tu un'orribile E fantastica megera Che trapassi in mezzo agli uomini Come rapida bufera, E che godi, sghignazzando, A toccare il fronte blando Del dormente nëonato Con un dito arroventato? O Follia!... Cupa voragine!... Viver... morti! Esser sepolti.... saperlo!

Ma l'occhio di Ramengo si fe' più feroce che mai; digrignò i denti: un riso sinistro gli raggrinzò le labbra: tolse il fanciullo sopra un braccio; coll'altra mano afferrò il pugnale, e trasse al neonato. La bambinaja fu abbastanza lesta per sottrarlo a quel colpo, diretto al seno: ma non così affatto, che non gli recidesse, povera creaturina! l'indice della mano sinistra.

Ma pel marito quella scena era una prolungata tortura: non vedeva nel bambino che un frutto del delitto: non vedeva in lei che una infedele: e più gli appariva tenera ed amorosa, più la esecrava come scaltrita ingannatrice. Tante carezze, per qual altro fine che per ingannarmi? È affettuosa a quel fanciullo: qual meraviglia? Lo concepì dagli infami suoi amori». E guardandolo, nol trovava per nulla somigliante a : quegli occhi semichiusi, quel malatticcio pallore, quella cascante gentilezza d'un neonato, punto non gli pareano ritrarre de' suoi robusti lineamenti, del fuoco del suo sguardo. No, no: non è mio figlio. L'iniquo Pusterla m'ha oltraggiato. Mal per lui, giuro a Dio! Per ora muojano madre e figlio, verr

L'è un aborto, dicevan tutti senza escluderne la vecchia cameriera, anche un po' levatrice cui la regina aveva condotta dal suo paese e compreso il medico, il quale in tutto codesto non vide che i pranzi ed i scudi reali. Il re si desolava, dicevasi. Il neonato non sarebbe vitale. La regina correva grossi rischi. Gli empi!

L’infelicissimo marito perdette la sua diletta compagna nel primo anno di matrimonio, il neonato perdette la madre nel primo mese di vita. Sotto il colpo inaspettato dell’improvvisa sventura, lontano dai cari parenti, fra il suocero e il cognato al pari di lui disperati, Gervasio risentì tutto il peso dell’esilio e dell’isolamento.

La loro sorpresa al vedere un neonato laddove immaginavano di trovare una signora, fu pari a quella che aveva colpito don Fulgenzio. Rimasero a bocca aperta, impietriti. L'espressione di quei tre volti da prete e da sagrestano era identica come identiche le apprensioni e le congetture.

Perciò provvedimenti richiamati in vigore dalla Deputazione per le strade fanno fede che nel sec. XVIII, come, del resto, nel XIX e nel neonato XX, certe pratiche persistevano inalterate. Un bando di quattr’anni prima, che è uno dei tanti sui medesimi inconvenienti, suona così: «Che i conduttori di bestie da soma entrando in citt

Di questo mi incarico io, disse il visconte.... Sarebbe altresì a desiderarsi, proseguì il vescovo con accento più mite, che altri si incaricasse di presentare a quel padre disgraziato il primo frutto dei suoi travagli legittimi... Anche di questo mi incarico io! replicò il visconte, impossessandosi del neonato.

È necessario che vi affrettiate.... Una bella e pietosa dama, che ha prestato al poveretto le prime cure, mi ha raccomandato la maggior sollecitudine. Voi vedete dunque, monsignore reverendissimo... Io vedo, rispose il visconte al colmo dello stupore, un neonato che strilla; e tu mi parli di un moribondo!... Che istorie son queste?...

"La stessa brama, che tu senti, avranno, "Morir dovendo, l'aria e il loto allora... "Ma poi, mutati, Iddio benediranno "D'essere rose ancora... "Benediran l'Ente Infinito e Ignoto "E d'esser rose lo ringrazieranno,... "Per poi lagnarsi il che in aria o loto "Rimutarsi dovranno! "È un'assidua vicenda!... Il nëonatovecchio quanto il Tempo!