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Don Fulgenzio mio, rispose il conte Alberigo, è ben vero che una parte della colpa è nostra; noi, in cambio di tenerci nel grado competente, abbiam cominciato a transigere: fatto il primo scalino.... Certamente, siam andati giù giù, ci siam mischiati con la folla, e ne proviamo gli urtoni: aggiunse il consigliere Zebedia.

Don Fulgenzio in quattro salti fu al fondo della scala. Una commozione non mai provata agitava i suoi nervi. Svegliare una donna! Per un prete, confessiamolo, la missione era delicata e non scevra di pericoli. Bussò leggermente all'uscio del salottino. Nessuna risposta. Bussò una seconda volta: silenzio. Don Fulgenzio sentiva i brividi dell'ignoto.

La loro sorpresa al vedere un neonato laddove immaginavano di trovare una signora, fu pari a quella che aveva colpito don Fulgenzio. Rimasero a bocca aperta, impietriti. L'espressione di quei tre volti da prete e da sagrestano era identica come identiche le apprensioni e le congetture.

Quel che s'ha a fare, si faccia presto! disse il parroco; tu, Batacchio, va a svegliare tua moglie; ella stira perfettamente ed è donna da serbare un segreto. Don Fulgenzio, che quando vuole sa mettere il miele tra i punti e le virgole, scender

Noi l'abbiamo ricoverata, le abbiamo prestato i nostri abiti, le abbiam permesso di passare la notte in questo salottino. Fin qui non trovo argomento di censura. Questa mattina don Fulgenzio discende per dar la sveglia alla signora, e in luogo della signora, trova su quel divano il bambinello che qui vedete.... Il fatto ci parve così strano, così fuori dell'ordine naturale...

Don Fulgenzio guardava don Calendario; don Calendario guardava don Fulgenzio, e il sacrista, favorito dallo strabismo, guardava l'uno e l'altro ad un tempo. Dopo un istante di silenzio, girando gli occhi verso il caminetto, il parroco fu colpito da una idea. Se quelle vesti si attagliassero al fusto della santa! se alla signora arrivata questa notte non increscesse...

Povera signora! sospirò il dabben prete, converrebbe che qualcuno provvedesse a far asciugare questi panni prima ch'ella si desti! Questo qualcuno... non potrei esser io?... Detto fatto, don Fulgenzio adunò un bel cumulo di legna sul caminetto, accese un gran fuoco; e schierate a conveniente distanza dalla fiamma una mezza dozzina di seggiole, distese su quelle i drappi umidi e rattrappiti.

Don Fulgenzio voleva gridare, voleva fuggire; ma la voce non gli usciva dalla strozza, le gambe non lo reggevano. Egli era preso da una vertigine di stupore e di sgomento. Il parroco ed il sacrista, dopo aver atteso un quarto d'ora l'esito dell'ambasciata, discesero a loro volta nel salottino.

Era don Fulgenzio uno di quei preti esemplarmente morigerati, ai quali sembra di commettere peccato mortale al solo gettar gli occhi sul collo ignudo di una donna.

Amen! rispose don Fulgenzio, uscendo col parroco dal salottino. E il visconte rimase solo a pavoneggiarsi nel suo abbigliamento da abate, in preda ad una esaltazione di ilarit