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L'eleganza del verbo, intanto, non si può dire che contraddistingua il nuovo stile. Il neologismo è la forza dei nostri scrittori. Mai il vocabolario greco è stato tanto in onore; mai le desinenze in ale e in ismo sono state tanto frequenti. Questa è una delle più piccole conseguenze del trionfo della scienza. Le sue scoperte, feconde di tanti pratici adattamenti, hanno affrettato il corso della vita umana: il nostro pensiero e il nostro linguaggio acquistano caratteri scientifici. La vecchia critica è morta: oggi è in vigore la critica scientifica. Ippolito Taine ne fu il precursore; Emilio Hennequin il campione. Mentre l'antica critica letteraria badava a dare giudizî, la critica scientifica, lasciando prudentemente da parte gli apprezzamenti, cercò nei caratteri particolari delle opere «sia certi principî d'estetica, sia l'esistenza d'un certo meccanismo cerebrale nell'autore, sia una condizione definita dell'ambiente socialeQuesta critica precedè per via di tre sorta di analisi: l'analisi estetica, l'analisi psicologica, l'analisi sociologica; essa non si contentò neppure di chiamarsi critica scientifica, volle ribattezzarsi con un nome più severo: si chiamò estopsicologia. Così un cerotto contro il sudore, che è un cerotto e non impedisce il sudore, acquista il valore d'un nuovo e raro e prezioso prodotto chimico, quando lo speziale gli d

Maraviglierannosi per avventura alcuni, e diranno: A che era di bisogno che la grazia salvificante movesse o rilevasse la ragione nell'autore? Alla qual domanda è la risposta prontissima.

E, percioché sotto i piedi della sensualitá era nell'autore lungo tempo giaciuta, si può dire che nel primo muover delle sue parole paresse «fioca». Intorno alla qual cosa è da sapere non essere senza misterio, volendo uscire dello stato della miseria e ritornar nella grazia, tenere il cammino che la ragion dimostra all'autore convenirsi tenere.

«Che balenò una luce vermiglia». Questi non sono accidenti che la natura soglia producere sotterra, e perciò è verisimile quello movimento dell'aere, il quale ho detto essere stato, e, oltre a questo, quello impeto, avere dalle parti inferiori seco recata qualche vampa di fuoco, la quale in forma di un baleno apparve all'autore. «La qual», luce, «mi vinse ogni mio sentimento»; segno è, per questo, avere quella luce grandissimo stupore messo nell'autore, ed essere stato tanto, che quello ne sia seguito che dice, cioè: «E caddi, come l'uom cui sonno piglia».

Quelle del primo, per altro, non sono che preghiere, regole fratesche, leggende di santi, che manifestano nell'autore il monaco benedettino piú che il poeta.

Strana contraddizione nell'autore del Principe che ammirava il Valentino!

E il tempo della primavera, secondo i fisici, è conforme alla compression sanguinea, e però in quella il sangue è piú chiaro, piú caldo e piú ardire amministra al cuore e forze al corpo; e quinci per avventura si puote nell'autore accendere ottima speranza di vittoria.

«....Il romanzo del Valcarenghi mostra nell'Autore un giovane che ha dell'ingegno, tanto come osservatore, che come artista. Il sentimento della realt

Ed ha», questa lupa, «natura malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia» del divorare, «Ma dopo il pasto ha piú fame che pria». Vuole Virgilio per queste parole rimuovere un pensier vano, il quale potrebbe cadere nell'autore, dicendo: Quantunque questa bestia sia bramosa e abbia la fame grande, egli potrá avvenire che ella prenderá alcuno animale e pascerassi, e, pasciuta, mi lascerá andare dove io disidero; il qual avviso si rimuove per quelle parole: «E dopo il pasto ha piú fame che pria».

Nel leggere il libro della Domesticité non possiamo tenerci di ammirare nell'autore di esso, il signor Grégoire, l'uomo onesto ed il vero filosofo; non possiamo negare a questo antico presidente della «Societá degli amici de' negri» la simpatia, il rispetto, l'amore ch'egli merita come esempio vivo di operosa filantropia.