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Non diremo qui di che modo il signor Grégoire difenda la causa de' servi contro l'insultante durezza de' padroni. L'uguaglianza degli uomini ed il rispetto che debbono portarsi a vicenda, qualunque sia la condizione che sembri separarli gli uni dagli altri, sono veritá tanto lucide che ci parrebbe di far torto all'Italia ripetendole.

Però, augurando molti lettori italiani al libro del signor Grégoire, facciamo voti affinché lo spirito di liberale caritá, che in esso domina, produca effetti i quali tornino in onore della nostra patria. Una emulazione virtuosa tra popoli e popoli, che abbia per iscopo il conseguimento delle benedizioni de' posteri, è uno spettacolo degno de' tempi presenti. |Grisostomo|.

Il barbaro modo, con cui in generale venivano oppressi gli schiavi da quelle due nazioni tanto venerate da' nostri pregiudizi scolastici, concorre anch'esso a giustificare la generositá dell'ardimento di coloro che, paragonando la somma de' nostri costumi presenti a quella de' costumi de' tempi remoti, niegano all'antichitá quel cieco ossequio superstizioso che ci è imposto come obbligo dalla servile pedanteria, e tributano invece una piú sentita riverenza alla ragione umana che si fa monda attraverso dei secoli. «Tito egli stesso, dice il signor Grégoire Tito, l'imperatore soprannominato 'la delizia del genere umano', avendo ridotti in servitú i popoli della Giudea, il trattò con la piú ributtante ferocia.

De la domesticité chez les peuples anciens et modernes par |M. Grégoire|, ancien evêque de Blois, ecc. ecc. Parigi, ecc. ecc. DEGLI AUTORI DEL FOGLIO PERIODICO «IL CAFF

Nel leggere il libro della Domesticité non possiamo tenerci di ammirare nell'autore di esso, il signor Grégoire, l'uomo onesto ed il vero filosofo; non possiamo negare a questo antico presidente della «Societá degli amici de' negri» la simpatia, il rispetto, l'amore ch'egli merita come esempio vivo di operosa filantropia.

La Conversione. A questo punto si colloca dal biografi quella che si chiamò la meravigliosa conversione del Manzoni, e si raccontano storielle forse tutte veridiche, ma ove si dia loro una soverchia ed esclusiva importanza, poco credibili. Alcuni vogliono che un semplice "io ci credo" opposto risolutamente dal piemontese conte Somis di Chiavrie alle invettive lanciate contro la religione cattolica in una conversazione di Parigi, abbia persuaso il giovine miscredente, e indottolo a cercar consigli edificanti presso il medesimo conte Somis, presso l'abate Grègoire e presso il giansenista genovese Padre Degola, che allora si trovava a Parigi e col quale entrò quindi in corrispondenza letteraria; altri che, smarrita un giorno la giovine sposa in mezzo alla folla delle vie di Parigi, attiratovi da un canto religioso, sia entrato nella chiesa di San Rocco, e abbia mormorato in ginocchio questa semplice preghiera: "O Dio, se tu ci sei, fammiti palese." Egli ritrovò, dicesi, tosto la sposa, e divenne credente. Qualche piccolo fatto deve, senza dubbio, essere intervenuto per risolvere in un dato momento il Manzoni a fissare un po' meglio quelle idee vaghe ch'egli aveva intorno al Cattolicismo. Ma egli era nato cattolico, la sua educazione di collegio era stata tutta cattolica; uscito di collegio, sappiamo ch'egli frequentava ancora le chiese; le scene orrende del cardinal Ruffo a Napoli, quelle di Binasco e di Pavia stavano presenti alla memoria del Manzoni; e però il Trionfo della Libert