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Menelik col suo esercito si avanza infatti, raggiunge Debra-Tabor e si accinge a procedere nel Goggiam e su Gondar.

Ras Adal, che nella ritirata di Menelik attraverso al suo stato aveva avuti tanti maltrattamenti, dichiarò che mai non si sarebbe alzato davanti a costui che per lui era nemico giurato per tutta la vita.

Unico motivo di questo imprigionamento è che quei disgraziati erano dello Scioa; nel resto mistero, come pur troppo è mistero per noi la sorte che avranno subito. Io dubito sospettassero che potessero essere spie di re Menelik, e che col pretesto d'essere nostri servi avessero ad osservare i movimenti dell'armata di ras Alula, e forse portarne nuove in Massaua o recarle al loro ritorno in patria.

Il vincitore leva, od ordina che si levi quella pietra, e Menelik potè allora alzar la fronte davanti a re Giovanni e al suo seguito, chè in quel momento devono tutti alzarsi in segno di saluto e d'amicizia al nuovo confratello.

Colla pace conchiusa, Menelik conservò il suo titolo di re dello Scioa, anzi re Giovanni gli fece dono di una splendida corona, ma si dichiarò tributario del re dei re, obbligandosi a pagargli un annuo tributo ed a fornirgli buon contingente di truppe in caso di guerra.

Si fa la presentazione delle mie armi che parvero molto gradite; presa la carabina fui invitato a mostrarne i movimenti che il re ammirò e subito comprese; la caricò e mi pregò andare sulla porta e sparare il primo colpo; vedendo il revolver disse: questo è lavoro italiano, perchè, come mostrò, ne teneva un altro dello stesso sistema donatogli da re Menelik che lo aveva avuto dal nostro capitano Martini.

Venuto però il giorno del pagamento, re Menelik presentò appuntino il convenuto, poi a titolo di regalo per simpatia e ammirazione, fece sfilare avanti a re Giovanni molto più ancora di quanto pel primo gli aveva proposto. Alcuni del seguito mi raccontavano favolosa la massa di roba presentata, e pretendono impiegasse tre giorni a sfilare davanti a re Giovanni.

Quando, or fanno quattro anni, avvenne la guerra cogli Egiziani, che fu finita collo sterminio del Mareb e di Guda Guddi, si pretende vi fosse una intelligenza fra lo Scioa e l'Egitto per attaccare i primi a sud e i secondi a nord, ma gli Scioani non arrivarono in tempo, chè come vedemmo la guerra non si protrasse e in pochi giorni fu troncata col massacro completo degli Egiziani. Tre mesi dopo il Governo del Kedive organizzò la seconda e più forte spedizione, che invece d'ottenere rivincita ebbe pure triste sorte nelle giornate di Gura, e pretendono gli Abissinesi che allora fosse delegato Munzinger pacha a portarne la notizia a Menelik, perchè dal canto suo egli pure avanzasse. Avvenne che questo messo, come sappiamo, fu massacrato per via dai Somali, quindi allo Scioa non giunse la sua ambasciata, ma la notizia invece della prima vittoria riportata da re Giovanni a Gundet. Menelik allora, invece d'avanzare da nemico, fingendo rallegrarsi per l'importante trionfo, mandò 500 cavalieri e dei doni a re Giovanni. Questi arrivarono appunto quando il paese veniva invaso dalla seconda spedizione egiziana, ed ecco come alla battaglia di Gura erano presenti questi pochi alleati, che senza tanti contrattempi sarebbero invece stati piccola parte di un esercito nemico che doveva attaccare alle spalle, mentre l'azione di fronte era gi

Il fondaco Monghisoni, dopo una breve sosta nel momento degli addii a Giacomino, aveva ripreso la solita vita affaccendata e rumorosa. Di nuovo c'era questo soltanto: Temistocle e Gian Maria, che s'eran messi a chiamarsi per ischerzo, l'uno Menelik e l'altro Mangasci

Assopiti per un momento tutti i rancori, pareva che la pace fosse assicurata, quando or fanno circa tre anni un'altra alleanza è stretta fra Menelik e l'Egitto. Quest'ultimo lo incoraggia a spingersi su Gondar, dove se le sue truppe sono vincitrici, sar