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Fra l’auree spiche, in faccia al rutilante Sole che tutta incendia la vallata, Nel solco fumicante, Su la tepida bocca ei l’ha baciata. Ride il ciel senza nube e ride il grano A la coppia rapita; Inneggia intorno al bacio schietto e sano Potentemente l’universa vita. Sanguigne olezzan le corolle schiuse Come bocche anelanti nell’amore; Sale per l’aure effuse Il canto allegro de la terra in fiore.
Cupe larve di donna a me davanti Passan ne la penombra. Son larve di fanciulle in voti e in pianti Consumate nell’ombra: Ed eran belle, e avean del Sol l’ardore Ne l’auree trecce folte; E non ebbero baci, e senz’amore Fûr ne l’oblìo sepolte.
Ai campi fertili, A l’auree vigne, Ai fieni aulenti; A le boscaglie Folli di sole, Nel sol fiorenti. Prona in un angolo Giace una donna Muta nel duolo. Più lunge, un roseo Fanciullo gioca Sul nudo suolo. Non sa di triboli, Non sa d’orrori, Non sa di morte. Ei gioca, ingenuo, Biondo, ridente, Tranquillo e forte. Su lui la tènebra Tutta s’affisa Con occhio strano.
Parola Del Giorno
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