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LELIO. Bisognarebbe farli un salvacondotto per le spalle: ché egli sta tanto impazzito in questa pazzia sua che, come entra a dissuaderlo, egli entra in rabbia e gioca di bastonate, onde bisogna secondare li suoi desidèri e promettere di aiutarlo; ma egli si avisa subito del tutto.

Dunque il bimbo d'altri era sulle vostre ginocchia, un idoletto su un altare. E voi, a due voci: Bello, bellissimo, a chi vuoi bene? A me o a lei? A tutt'e due istessamente. Bellissimo, chi sa come la mamma gioca con te! E il babbo? Ti vogliamo tanto bene anche noi. Danne dieci baci per uno....E come hai nome? Guido.

Ai campi fertili, A l’auree vigne, Ai fieni aulenti; A le boscaglie Folli di sole, Nel sol fiorenti. Prona in un angolo Giace una donna Muta nel duolo. Più lunge, un roseo Fanciullo gioca Sul nudo suolo. Non sa di triboli, Non sa d’orrori, Non sa di morte. Ei gioca, ingenuo, Biondo, ridente, Tranquillo e forte. Su lui la tènebra Tutta s’affisa Con occhio strano.

Le liberali voci di natura A respirar la pura Energia della vita tutta quanta Che gioca, ride, canta. Lasciamole volar. Le selve, i piani Han bisogno di voci allegre e oneste Ahimè! gi

Io voglio comandare a tutti loro, se ad essi preme il nome di cristiani e la salute dell'anima. Che mistero! disse uno dei fratelli, avviandosi. E l'altro: Non ditelo a mamma Agnese. E se stanotte il dimonio ci gioca! e fece l'atto di segnarsi colla croce, ma si arrestò lamentando: Non si può più, e mi trema la mano! Che cosa! Quando gli altri la sapranno!

«Sissignore, ha perdutodice mostrando il fante di picche; e soggiunge modulando la voce con dolcezza melanconica: «mi lasci dire che se lo merita; non è così che si gioca; per vincere la sorte bisogna prima vincere la propria impazienza; scompaginare le carte, come ha fatto lei, è una profanazione.» A Donato riesce di ridere, e l'altro «non rida, è un canone dell'arte

Cristina esce nella piazzetta. Ha una bottiglia in mano e va alla fontanella. Vito la segue con lo sguardo, poi si rimette a sedere sotto la sua porta e gioca con la rosa sempre guardando, sottocchi, la giovane, che silenziosamente riempisce la bottiglia. Quando ella ha finito fa per tornare, lentamente, al palazzetto. Psstt! Site stata vuie? Che cosa? Mme l'avite menata vuie? ... E... pecché?

È un sacrificio che io vi chiedo, Loreta; lo so: era per questo che mille volte mi son sentito mancare l'animo di dirvi quello che mi stava nel cuore. Ma ora che ho parlato, non posso più nascondervi nulla; sento che adesso si gioca di tutta la mia vita: sento che tutto il mio destino è riposto ormai nelle vostre mani!

A sinistra s'incontra lo stabilimento idroterapico di Cossilla, un bianco fabbricato tutto ad archi acuti soprapposti, elegante, tale che l'immaginazione dentro ci gioca, cercando l'insidia degli sprazzi d'acqua, e, forse più, degli sprazzi di luce de' begli occhi.

Lei.... Pietro Laner sdegnava di dare a Nora il titolo di duchessa e arrossiva di chiamarla come una volta lei gioca al biliardo con Sua Eccellenza e con monsignor Meneguzzi. Il Laner soffriva: Evelina se ne accorse, ma non se ne accorò.