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Amico mio, disse la giovane con intonazione di lieve rimprovero; mi hai tenuta in ansia per tre quarti d'ora. Il signore la baciò in fronte, sorridendo, poi recò le due mani di lei alle labbra, e rispose: Una piccola panna al motore. Niente di grave, come vedi.... Dov'è Lillia? E abbassò il cappuccio, togliendosi rapidamente l'impermeabile, che consegnò al meccanico, il quale lo seguiva.

Miss Mary Garnett, la governante, inglese, venne ad avvertire la contessa che la piccola Lillia non voleva alzarsi: era molto rossa in faccia, e miss Mary Garnett temeva avesse la febbre.

Che cosa non avrebbe fatto per quel bambino di domani, per quel piccolo Manfredi o per quella piccola Lillia? Dov'erano le sue stolte ambizioni letterarie, l'illusione superba di conquistar l'alloro coi libri?... Folco ne sorrideva senza amarezza, come di sogni puerili. E mai non gli era parso che la festa fosse così dolce; che il riposo fosse così confortante, così lieto.

Folco trovò Gioconda curva sul visino di Lillia; era in tutto il volto della contessa un'ansia trepida, uno smarrimento, che la faceva quasi irriconoscibile. Anche Folco si chinò a guardare la bambina, la quale teneva gli occhi chiusi, e un breve lagno le sfuggiva di tra le labbra. Il medico venne, studiò Lillia con attenzione, poi si rivolse alla contessa: La febbre non è alta.

La contessa Filippeschi sua moglie. Ah, sua moglie! ripetè Vittorina. E l'altro? Il marchese Ariberto Puppi.... È loro parente? No, signora. È un amico. E hanno anche un bambino? Una bambina: Lillia! Ha poco più d'un anno: ecco, la governante la conduce giù....

La contessa era mutata. Si occupava poco anche della piccola Lillia. Cercava con avidit

Come, non mi riguarda? Non vi riguarda. Ascoltatemi: accompagnatemi fuori; non voglio uscire sola, e Folco si secca ad andar pei negozi. Devo far delle compere. Su, venite fuori con me.... Ariberto obbediva, mandando al diavolo Folco. O che tipo d'imbecille era diventato costui, il quale pareva non occuparsi più di Gioconda e darsi tutto soltanto alla piccola Lillia?

Il disegno di Vittorina Ornavati non era difficile ad attuare. Pochi giorni di poi, mentre Celso e Vittorina prendono il , la piccola Lillia Filippeschi inciampa nel tappeto e cade. La signora Ornavati, la quale sta in agguato, si lancia, rialza la bambina e la riconsegna alla governante.

A tavola, verso mezzogiorno, scrutò Gioconda; fingeva di mangiare, ma tutto restava sul piatto; era irrequieta, distratta, nervosa. Folco notò che, contrariamente alle sue abitudini, bevve due bicchieri di Porto. Sei stato a trovare Lillia? ella chiese. , rispose Folco. Mi pare stia meglio. E cominciò a discorrere.

Dicevano queste parole sottovoce, accanto al letticciuolo, mentre il dottore andava misurando la febbre di Lillia e le apriva la bocca per osservare la gola. La febbre è salita! annunziò. Vi fu un silenzio. Il medico riprese a scrutare la bambina, si piegò su di lei, accostò l'orecchio al suo piccolo petto scoperto. Non disse nulla. Scrisse una nuova ricetta.