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Il marchese Puppi aveva dato a intendere alla sua dama che nei grandi pranzi non si fa uso se non della mano sinistra; cosa agevole per lui, ch'era mancino; ma la voce correva, e dalle dame in giù tutti faticavano a tagliare, infilzare, mescere con la sinistra; e la tovaglia candida e le ghirlande di fiori ne vedevano gli effetti.

La contessa Filippeschi sua moglie. Ah, sua moglie! ripetè Vittorina. E l'altro? Il marchese Ariberto Puppi.... È loro parente? No, signora. È un amico. E hanno anche un bambino? Una bambina: Lillia! Ha poco più d'un anno: ecco, la governante la conduce giù....

Venivano in quella casa a passare la serata molti amici; alcuni di amicizia vecchia, come Ariberto Puppi; altri, i più, d'amicizia nuova, nata dalla ricchezza, farfalloni che accorrevano a tutte le luci. Guardandosi intorno perchè si sentiva sola, Gioconda trovò Ariberto Puppi, il nemico di ieri. D'un tratto ella si ricredeva sul conto di lui.

Ciò che più faceva sorridere Ariberto Puppi, si era la certezza che tutti quei gonzi non avevano affatto la sincerit

Sul finire del pranzo di nozze, Ariberto Puppi le si era messo vicino, abbandonando la sua dama Giustina Baguzzi, parente di Gioconda, e aveva detto a questa mille graziose parole, facendola sorridere spesso, ridere qualche volta.

Il marchese Puppi, il quale voleva bene davvero a Folco Filippeschi, e non sapeva ancora definire la contessa, oscillando a volta a volta fra i giudizi più contradditorii, seguitava a osservar la coppia: con curiosit

Le tornò in niente la frase che la direttrice del collegio di monache presso il quale era stata educata i primi anni, ripeteva con frequenza: «È inutile uccidere un nemico; basta seppellirlo sotto i fiori». Ariberto Puppi doveva essere della stessa scuola.

Ma tu cammini come i gamberi! gli aveva detto un giorno Folco ridendo. Lascia fare: ognuno cammina come può! È un gambero filosofico! aveva definito Ariberto Puppi. Egli s'era divertito fino a quel giorno, vedendo la gara di tanti uomini, che tutti, l'uno dopo l'altro, dovevano rinunziare alle loro speranze. Ma d'un tratto, Ariberto non si divertì più.

Allora ci ritroveremo qui, perchè noi non abbiamo alcuna intenzione di andarcene. Non è vero, Folco? Folco acconsentì con un moto del capo, e gettò un'occhiata ad Ariberto Puppi. Voleva dire: Vedi?... Come si fa?... La tempesta. Gioconda rilevò non senza inquietudine che del colloquio abbastanza lungo con Ariberto Puppi, suo marito non le dava alcun ragguaglio.

V'era un senso amichevole, un consiglio affettuoso, un tono d'esperienza. La contessa n'era rimasta colpita come da una rivelazione; aveva guardato Ariberto Puppi allora e poi, di ritorno da Perugia, con occhi di curiosit