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Quanto ai sedili, non aveva avuto da copiar nulla, poichè i sedili c’erano, in Haiti, e più belli e più ricchi a gran pezza di quelli che aveva l’almirante nel suo castello di poppa. S’intende che al banchetto di Guacanagari i sedili non erano tutti intagliati e ornati d’oro, come i due che si vedevano destinati al cacìco e al suo ospite.

Quanto a , viaggiava volentieri da solo, come quando al suo ritorno dal forte di San Tommaso, davanti alle cascatelle del rio Verde, era caduto nella imboscata dei selvaggi di Maguana; ricordo piacevole, com'è sempre quello d'un pericolo corso e scampato; ricordo piacevolissimo, perchè dal pericolo di morte gli era venuto il suo raggio di vita, alla presenza di Anacoana, la bellissima tra le belle, la perla di Haiti, il fior di Xaragua.

Che cosa? Prendere il suo maguey, che dorme nella sua camera, appeso all'arpione, e improvvisare un bel canto, nella dolce lingua di Haiti, come due anni fa sulla spiaggia di Cahonana! A quel ricordo si commosse Fior d'oro, e si strinse fremendo al petto di lui. Ahimè! mormorò ella. Non ricordi, Damiano, come diceva l'areyto?

Così dicendo, Damiano lasciò i suoi amici di Haiti, felicissimo di essere stato interrotto dalla campana del cuoco. Qual cuoco, ohimè, un cuoco di bordo, e nelle navi d’allora!

Il conte Fiesco riconobbe che sua moglie aveva ragione, e non chiese più nulla di quelle arti gentili di cui ella era stata maestra in Haiti.

Aveva in Haiti il taorib la stessa potenza magica del Sesamo nella novella orientale di Alì Baba? Probabilmente non si trattò che di una coincidenza fortuita. Ma intanto, i commensali di Damiano incominciarono ad uscir dalla sala; pochi minuti dopo, non c’erano neanche più i due padroni di casa.

Infatti, dipendeva da quel matrimonio la quiete della piccola colonia spagnuola nell’isola di Haiti. Le nozze si celebravano in chiesa. In una chiesa che non c’era ancora; ma si sa, il sogno non bada a queste piccolezze, e quello che non c’è, se lo fabbrica.

Sulla piazza del villaggio, Guacanagari era venuto incontro al capo degli uomini bianchi. Offriva a tutti una refezione, il buon cacìco di Haiti; ma Cristoforo Colombo non poteva accettarla che due ore più tardi, quando fosse compiuta la cerimonia della inaugurazione del forte Natale e del giuramento dei nuovi coloni che dovevano esserne il presidio. Il cacìco fu anzi invitato a quella solennit

altre molestie ebbe don Garcìa, che veramente non le meritava. E tutti sapendo ch'egli era stato buon compagno di rischi del capitano Fiesco, nessuno conobbe mai quale alto ufficio avess'egli esercitato in Haiti.

Così parlava, non senza sospiri, lo scopritore di Haiti, mentre l'immagine di un popolo distrutto si affacciava agli occhi della sua mente turbata. Non dite, Giocomina, non dite! ripigliò il mozzo Bonito, inginocchiandosi alla sponda del letto e prendendo amorosamente tra le sue morbide mani il pugno rattrappito del vecchio glorioso.