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Geme la terza: Io voglio i miei vent’anni. Chi me li rende, coi divini inganni d’allora?... Io dunque fui quella che visse di baci e «Amor» col proprio sangue scrisse, e coperse con maschere di grazia le febbri della carne non mai sazia?... Le mie labbra han le stimmate roventi dei morsi. Io so l’orror dei roghi spenti. So delle rughe l’onta ed il martirio sulla bellezza; e il torbido delirio

Altra maniera di frodi era quella della usurpazione di suolo pubblico per parte di alti personaggi del Governo d’allora, e perchè alti, lasciati in pace a godersi l’altrui. Data dal 1767, e quindi lontano dal tempo del quale ci occupiamo, il complemento della casa Asmundo Paternò di fronte alla Cattedrale. Ma il Paternò era Presidente del real Patrimonio, e nessuno ardì richiamarlo al dovere.

Tutto ciò aveva inteso Morello, anche prima di sentirselo a dire dal suo fedel consigliero. Inoltre, che cosa poteva egli sperare di ottenere eziandio? Quella donna aveva fatto per lui tutto ciò che le era concesso dal suo stato d’allora. Egli portava sul petto una sciarpa di verde zendado, testimonio, se non d’amore, di benevolenza singolare, e scolpite nel cuore queste gravi parole: «se uomo al mondo potessi amar tuttavia, voi sareste quel dessoChieder di più in quel momento, fermarsi a mendicare un quotidiano sorriso, sarebbe stato un cadere in quella mediocrit

Quando (26 luglio 1775) la Principessa Giulia d’Avalos, moglie del Vicerè Marcantonio Colonna di Stigliano, visitò il Monastero di S.a M.a delle Vergini, Badessa la veneranda Marianna Notarbartolo dei Principi di Sciara, e si fece (giova avvertire che questa donna non era la prima del suo casato in quel pio luogo, perchè, per tradizione, le famiglie facevano di generazione in generazione entrare le loro figliuole sempre nei medesimi monasteri), come dicevasi fin d’allora, «della scelta musica», tre riscossero sinceri applausi: suor M.a Fede, suor M.a Carit

La mattina del domani era di buon umore più che non fosse mai stato per l’addietro. Salendo la Betta Forca canterellava certe nenie nel tedesco corrotto di Gressoney, chiudendole con quei trilli che passano per tirolesi e sono di tutti i pastori dell’Alpi. Fra una canzone e l’altra era verboso e gaio, raccontava mille aneddoti salati e mille facezie grosse e grasse da stalla e se la rideva da , rivoltando fra i denti la cicca di tabacco che non gli avevo mai veduto prima d’allora. Ad ora ad ora pareva si compiacesse di attardarmi per strada, di raddoppiarmi il cammino, andava di qua e di l

Un patrizio dei più buoni d’allora, che del patriziato scrisse con dottrina di blasonista e con sincero entusiasmo e piena coscienza di celebrare una degna istituzione, il Villabianca, ebbe sempre parole roventi all’indirizzo dei malversatori delle proprie sostanze, e fremeva perchè molti del suo ceto non fecondassero gli esempî degli avi, e perchè nella pratica del bene restassero dietro a quelli del ceto medio, i quali egli dichiarava inferiori.

L’anno 1783 il Senato, forse per ingraziarsi il Sovrano, faceva istanza perchè gli fosse consentito che la Fontana pretoria togliendosi dal posto d’allora

Difatti non vuolsi dimenticare che la Corte, secondo l’uso d’allora, pranzava poco dopo mezzogiorno. Ecco dunque una cena regale con pietanze in caldo e in freddo degne della figlia di Maria Teresa e della moglie di Ferdinando III.

²²⁴ Meli, Poesie, p. 391, n. L’ardita accusa non determinava fatti speciali; ma la cronaca spicciolata d’allora deve averne raccontato qualcuno: il che può aver prestato argomento ai soliti pour-parlers a base di maldicenza.

Il fanciullo comincia a conoscere la differenza fra i due sessi, prova sentimenti indefinibili, e trova allora un compagno più avanzato che lo istruisce. D’allora la masturbazione resta un’abitudine per un gran numero di adulti, ai quali nulla sarebbe più difficile che la soddisfazione normale del godimento sessuale.