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Copriamoci gli occhi per non leggere altro. ³⁰⁰ A. Guarnieri, loc. cit., pp. 122-23.

La prima compagnia dei carabinieri genovesi, nella quale pugnavano i giovani più eletti ed onore e lustro di Como e Varese, resistè eroicamente alla diruta cascina Guarnieri, cosparse il terreno di morti e vulnerati, meglio che cedere si ridusse a quaranta, a trenta, a venti, finchè gli ultimi undici, accerchiati e soverchiati, trovarono salvezza in una grotta sprofondantesi, dalla quale uscirono dopo sedici ore prigionieri.

²⁹¹ A. Guarnieri, Alcune notizie sovra la gestione d’una casa baronale ecc., verso la fine del sec. XVIII. in Arch. stor. sic., c. XVII, pp. 121 e 143. Pal. 1892.

Pensino i venti al modo di disfar l'opera de' sei secoli pervertitori della milizia italiana. Guarnieri, il condottier tedesco ridisceso giá con Luigi, a capo della «gran compagnia» rifatta, passa a Giovanna, ripassa a Luigi.

E cosí una prima e minore si chiamò della «Colomba», e guerreggiò e predò in Toscana intorno al 1335; una seconda e maggiore, di «San Giorgio», e capitanata da Lodrisio, fu sconfitta da Luchino Visconti in gran battaglia a Parabiago . E finalmente una detta la «gran compagnia», dopo aver predati i confini di Toscana e Romagna, e minacciata Lombardia, sotto un Da Panigo e un Da Cusano, italiani, e un duca Guarnieri, tedesco sfrenato che portava scritto in argento sulla corazza «nemico di Dio e di misericordia», si sciolse tra per minacce e per danari, e il Guarnieri risalí, quasi uno degli imperatori, a Germania, per indi ridiscendere . E cosí fu costituita questa nuova peste d'Italia.