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74 che spezza i rami e fa cadere i sassi, e ovunque drizzi l'orgogliosa fronte, sembra a tanto rumor che si fracassi la selva intorno, e che si svella il monte. Sta Cimosco alla posta, acciò non passi senza pagargli il fio l'audace conte: tosto ch'appare, allo spiraglio tocca col fuoco il ferro, e quel subito scocca.

CAPITANO. Io penso che arai mille volte letto, Pedofilo mio padrone, per tanti scartafacci che Teseo rapí Arianna, Achille Briseida ed Ercole Pirene, e poi quanti fracassi ne sieno seguiti da queste rapine. Io di questi Teseunculi, Achillini ed Erculetti ne porto le centinaia attaccati per stringa; or pensa che arei fatto per Amasia tua figlia, di che ne sto cotto e spolpato.

Su me ricada il coperchio della mia tomba, e mi fracassi il cranio, in cui vaporano i laghi delle lussurie mie!... O laghi d'oro affranti di languore e di frescura lunare, verso di voi, verso di voi, instancabile io striscio!.. Quando potrò riposar finalmente la mia torrida fronte su l'origliere assopente delle vostre gelide sabbie?...

Su me ricada il coperchio della mia tomba, e mi fracassi il cranio, dove ardono e si consumano d'amore le Notti d'estate, crepitanti di Stelle... le belle Notti, spossate da onanismi implacabili, in cui le Stelle s'affaccian nostalgiche agli orli delle nubi... le lente Notti divorate dall'insonnia delle Stelle... le Notti impazienti, corrose da oscuri rimorsi, le Notti in cui palpitano le costellazioni, veementi e calde sulle nostre guance come arterie che pulsino frequenti... tutte, tutte le Notti velenose che uccisero i poeti!...

Queste difficoltá, questi fracassi, questi accidenti grandi da narrarsi, eran per la bizzarra giuochi e spassi, perocché andava dietro a immaginarsi che nelle brutte e ne' talenti bassi la vita cheta sol potesse darsi. Le marmotte diceva di pel tondo non sono buone a tener desto il mondo. Chi ha merito diceva il mondo tiene sempre in discorso e in col guardo vòlto.

E in un batter d'occhio, e fracassi e suoni ed urli di caccia, tutto tutto ingoia un silenzio di morte. Atterrito il conte gira lo sguardo; fiato alla cornetta, e la cornetta non rende suono; mette un grido, e non ha piú sentore della propria voce; vibra la frusta, e la frusta non fischia; sprona l'un fianco e l'altro al destriero, può cavalcare innanzi o retrocedere.

Su me ricada il coperchio della mia tomba, e mi fracassi il cranio, ove ristagnano i bei laghi fosfòrei delle mie lussurie ideali... i laghi d'oro, villosi e infeltrati di vampiri che la dissoluzione soffiano e il Nulla! O bei laghi dalle rive che s'arrotondano come cosce, e ove affondano i passi, perdutamente, con delizia, nella sabbia che schiude le labbra per berli!