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Si udiva il galoppo della bestia; e quando gli fu vicina, Cesare la chiamò sottovoce: Nero, silenzio! Qui, Nero! Il cane, un bastardo, di grandezza mediocre, nero col petto bianco, fiutò l'uomo e tacque; si scrollò e ripartì di galoppo, mandando ancòra qualche latrato, lontano, per chiasso. Cesare aveva anticipato di pochi istanti l'ora del convegno.

E mentre guardava il foglietto, sentì un profumo vago, sottile, penetrante, che a mano a mano pareva farsi più acuto. Che cos'è? e fiutò a lungo la cambiale. Certo il San Marsilio doveva averla tenuta in tasca varii giorni, e la lingua di cane aveva preso l'odore dei suoi abiti. Che puzzo! mormorò dopo un istante. E quelle matte si lasciano ubbriacare da tutte queste droghe!

E di nuovo arricciò il naso: Peuh! ma fiutò ancora, la cambiale... e finalmente, quando la ripose nel portafoglio richiuse il cassetto, pensò con aria soddisfatta di padronanza: Ma intanto, me lo tengo io, sotto chiave, il cicisbeo delle contesse.

E, uscendo dalla scuola, vi siete accorti che oramai professore e seccatore sono divenuti sinonimi quasi assoluti? Avete badato al fatto che gli artisti, i quali un tempo solevano vivere in fraterna dimestichezza con i dotti, adesso, al solo fiuto del professore, scappano a gambe levate? Avete mai osservato che i grandi movimenti di pensiero e di cultura avvengono, oramai, fuori dell'universit

E amendue si misero a battere le mani e gridare evviva. Ma Cucchi poco stante prese un fido pecoraro e gli consegnò per Garibaldi la notizia dell'entrata dei francesi in Roma con un bigliettino ravvolto a guisa di pillola in un pezzo di stagno per tabacco da fiuto, che il mandriano depositava in bocca tra i mascellari e la guancia protetta da folta barba.

Ma dalla freddezza colla quale erano stati accolti e riportati dagli altri giornali, anche dagli stessi giornali del partito, i "comunicati" riguardanti la conferenza di Primarole, il monumento e le nuove adesioni, Matteo Cantasirena, col suo fiuto finissimo, aveva subito capito di essere un po' in ribasso dopo la famosa intervista.

Herr Philologus, sebbene lautamente stipendiato, sebbene dichiarato, in Germania, e massime in Italia, vir summus, sebbene pezzo grosso dell'accademia di Berlino, ha cominciato a sentire, cosí a fiuto, che codesta sua produzione «severamente scientifica» è un po' roba da ufficiale di scrittura.

Intuisco e fiuto il letto fra le luci palpitanti del lumicino ad olio di una Madonna rosea-blu. Mi chiamo Graziella, mi piaci, baciami. Baciami tanto, tanto, tanto! Ho sentito tanto parlare di te, sai! Da una mia amica che sta a Roma. Sei un grande poeta, un uomo celebre! Come farò io a piacerti?

Sicuro; siamo buoni amici anche noi, non è vero, Leone?... Che cosa c'è? Questa domanda un po' in forma di rimprovero era rivolta al cane, che s'era permesso di digrignare i denti all'indirizzo dell'Arconti. Le parole della ragazza disarmarono subito i sospetti di Leone, che si accostò all'ingegnere, lo fiutò, e poi strofinò il muso sulle sue gambe lasciandovi una traccia di zolfo.

Al fiuto sento giá l'aria del mattino... Di qua, o morello, caracolla di qua... Finito, finito abbiamo di correre. Eccolo che s'apre il letto nuziale. I morti cavalcano in furia. Eccola, eccola la mèta. Impetetuoso s'avventò a briglia sciolta contra un cancello di ferro. Ad uno sferzar di scudiscio toppa e chiavistello gli si spezzarono innanzi, e le ferree imposte cigolando si spalancarono.