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Se gli appetiti carnali di Eliogabalo erano smodati, la sua immaginazione corrotta aveva ancora più potenza ed attivit

Burcard. Diarium De convivio quinquaginta meretricum cum duce Valentino. Eliogabalo, per testimonianza di Sifilino fece di più, compose alle meritrici radunate una bellissima orazione, la quale, chi ne ha vaghezza, può leggere nel medesimo autore.

Taccio della lascivia, mostruosa piuttosto che infame, di Messalina, che conduce pubbliche nozze, vivo Claudio l'imperiale marito, ricercatrice notturna di soldati pei guardioli, sfidatrice di femmine perdute a gara di vergogna. Nerone, ed Eliogabalo convitanti come a festa allo spettacolo di tali abbominazioni, le quali la notte non ha manto fosco, che valesse a nasconderle degnamente.

Eliogabalo, durante l’inverno che passò a Nicomedia, sbrigliò i suoi gusti infami, ed arrivarono a tanto le sue sregolatezze, che i soldati, i quali lo avevano eletto, arrossirono dell’opera loro, vedendo che l’imperatore si confondeva con vili gitani.

Quei sotterranei furono pure indubitatamente il rifugio dello schiavo e di quanti infelici cercavano sottrarsi a quel sistema tirannico, che fu l'impero a Roma, che produsse i mostri i più abbominevoli della terra: quali Nerone, Caracalla, Eliogabalo, ecc. Di quei sotterranei ve ne sono di diverse specie.

Eliogabalo, così come Nerone, trovava un eccessivo piacere in tutti gli atti della prostituzione. Un giorno convocò tutte le cortigiane di Roma e presiedè lui stesso questa strana assemblea. E tenne un’accanita discussione su parecchie quistioni astratte di volutt

Eliogabalo creò un senato di donne votate a Venere, tenne apertamente udienze sulla prostituzione. Si fece portare su di un carro tirato da donne nude; e rappresentò Venere sotto tutti gli aspetti. Commodo manteneva 300 concubine e disonorava, seducendole o violandole, le più distinte matrone romane.

Butta giù quella tua maschera di Statuto, a cui nessuno più crede, e mostrati col tuo ceffo deforme da Eliogabalo o da Caracalla qui altro non è che questione di tempo d'anni che dico? forse di giorni. Che s'intendano questi ringhiosi discendenti della discordia e della grandezza, e come nel Vespro, in poche ore, verun vestigio rester