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La Guida dell'Emigrante se la prende un po' col Governo italiano perchè intende d'occuparsi dell'emigrazione. «Tutte le nazioni d'Europa dice hanno dell'emigrazione, in scala maggiore o minore: ma l'Italia è l'unica nazione dove si parla continuamente di misure, di protezioni, di leggi, di colonie (che poi non sono tali)». Se la prende col Governo «perchè insomma con tanto parlare di colonie e di protezioni non si fa che irritare suscettibilit

Abbiamo una popolazione intelligente e laboriosa, il mio domestico è un asino, ma non ne ho trovati di migliori. I nostri montanari sono pronti e svegliati, ma preferiscono la vita avventurosa dell'emigrazione alle cure servili ed alle meschine risorse del villaggio.

Taluni riparlavano di suffragio; e a questi, dopo tutte le ragioni ch'io dissi, concedemmo una doppia prova in un Comitato scelto per voti dell'emigrazione in Marsiglia, e in un altro, eletto per la Sicilia da tutti gli esuli di quell'inclita parte d'Italia.

La Kuliscioff è stata la prima nichilista che ho conosciuto. Le venni presentato da Benoit Malon, a Lugano, quando il comunardo scriveva, se mi ricordo bene, la Revue Socialiste, l'organo massimo, in allora, delle alte intelligenze dell'emigrazione rivoluzionaria. La Kuliscioff poteva essere intorno ai venti anni. Mi parve una vergine slava.

Questo Governo conosce il valore inestimabile dell'emigrante, la massima dell'Alberdi «gobernar es poblar» è sempre applicata: l'emigrazione è incoraggiata con opuscoli, con pubblicazioni, con conferenze tenute all'estero e principalmente in Italia; la diminuzione dell'emigrazione ha destato allarmi, provocato provvedimenti.

Ha reso più facile il viaggio, ha provveduto perchè gli emigranti abbiano a bordo tanta carne, tanto pane e tanti metri cubi d'aria respirabile durante il tragitto. Come se il complesso fenomeno dell'emigrazione consistesse in quei venti giorni di navigazione!... Buenos Aires, novembre. La più grande caratteristica di Buenos Aires è quella di non avere nessuna caratteristica.

Parlando particolarmente dell'emigrazione dovrò disgraziatamente intrattenere l'amico lettore su questi fatti, che sono mostruosi in un paese dove pascolano cento milioni di animali. Cinquecento italiani disoccupati a Bahia Blanca hanno pubblicato un manifesto che dice: «Ci troviamo senza pane nella più squallida miseria.

Trovavasi allora il Papa in esilio nella rocca di Gaeta, la Coblenza dell'emigrazione italiana nel 1848 e nel 1849: mentre i francesi marciavano su Roma, gli austriaci occupavano Bologna ed i napoletani si avanzavano verso Terracina. Gli spagnoli, che da molto tempo non erano più apparsi in Italia, sbarcarono a Porto d'Anzio ed occuparono tutto il paese, fino ai monti di Albano e della Sabina.

Da taluno fra gli esuli fu susurrata allora l'idea e fu l'unica, dacchè gli altri non allegavano se non motivi di circostanze, o, peggio, d'antipatie individuali che un Comitato dovesse escire dal voto universale dell'emigrazione, e comporsi di tanti individui quante sono oggi, per nostra sventura, le parti d'Italia. E se noi non avessimo avuto in core che la meschinissima ambizione di recitare una parte, avremmo accettato: eravamo certi d'essere eletti. Ma troppi e troppo fatali traviamenti erano gi