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Si erano aspersi con l’acqua della Fontana Miracolosa; da giorni e giorni pregavano di continuo, senza quasi nutrirsi, per meglio cibare l’Ostia della purificazione; da giorni e giorni solo ascoltavan cantici e narrazioni di miracoli: eran venuti per lunghi treni gremiti di febbre e d’agonìe come lazzaretti emigranti; vivevan nelle celle de’ monasteri, nelle corsìe promiscue degli ospedali straboccanti; si lasciavano trasportare di chiesa in chiesa, di barella in barella; vedevano morire, toccavano piaghe immonde, ascoltavano urli strazianti, pativano lezzi nauseabondi, soffrivano tutto quanto può soffrire la pazienza umana, e poichè su la terra nessun medico più li salverebbe, credevano disperatamente nel potere della grazia celeste, denudavano le proprie infermit

Questo fatto ci condanna. Noi possiamo gridare contro le ingiustizie e contro gli inganni che così spesso attendono i nostri poveri emigranti, ma non potremo con questo toglierci di dosso la parte di responsabilit

G. C. fu invasa da un gran numero di emigranti che provenivano dalla Palestina, parlavano lingue diverse, presero possesso delle terre e vi si stabilirono.

Il conte di Craco aveva scritto a Napoli a suo figlio Tiberio, barone di Sanza, e gli aveva dato incarico di trovare un modesto appartamento per gli emigranti. Questo alloggio fu presto trovato. La contessa aveva regalato a Bambina una veste. Perocchè la povera creatura non si era vestita fin che del panno turchino fabbricato da lei, come tutte le altre figlie del popolo.

Li pone in guardia contro il dolce mal della patria; «bisogna guardarsi da questi sentimentalismi che causano malessere e inquietudini e inducono a commettere leggerezze di cui più tardi ci si pente»; la leggerezza, si capisce, è il ritorno. «Queste vacillazioni recano un danno enorme agli emigranti.» «Del resto hanno la loro poesia e le loro attrattive anche le pianure argentine con i loro orizzonti infiniti.» «Per fortuna gli italiani sono quelli che più facilmente si radicano nella Repubblica Argentina; i più, nondimeno, tardano a convincersi che devono considerare l'Argentina come loro residenza definitiva, come loro seconda patriaColoro che non hanno tali debolezze «ottengono un immenso vantaggio su quelli che solo pensano al ritorno».

Ma le donne italiane che emigrano sono poche. Una gran parte dei nostri emigranti dispersi per la Repubblica Argentina si maritano con delle donne del paese, con delle criollas, spesso con delle brune chinitas figlie della Pampa, misere e fiere come i cardi delle loro pianure. Nulla d'italiano nella casa, e i figli crescono ignari della patria del padre, se non sdegnosi.

L'Argentina ci avrebbe salvato prima portandoci via dei disoccupati e degli affamati che avrebbero fatto la rivoluzione, poi economicamente con i... risparmî mandati a casa dagli emigranti e con lo sbocco dato ai nostri prodotti. L'egregio direttore ripeteva ciò che in più occasioni aveva scritto e ciò che la massa dei suoi lettori pensa.

I mazziniani e gli emigranti italiani, appartenenti in parte alla loro sètta, tenevano vivaci riunioni nel Napoletano e in tutta l'Umbria. Si sparsero queste associazioni per tutta Italia e fecero nelle citt

Da trent'anni la nostra emigrazione si dirige nelle regioni del Sud-America, attiratavi in tutti i modi, e noi non abbiamo quasi sentito il bisogno di sapere esattamente che cosa avvenisse di questo torrente di popolo che abbandonava la patria. Qualche voce onesta si è levata di tanto in tanto a denunziare delle infamie di cui sono vittime i nostri emigranti, ma s'è spenta senza lasciare una eco lunga e profonda nella coscienza pubblica. Si è trovato che l'emigrazione era una necessit

L'«Hôtel» degli emigranti (lo chiamano Hôtel!) sorge su quella landa indefinibile, irregolare, fangosa, che sta fra il torbido e tempestoso Rio della Plata e la citt