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Qui l'antitesi esisteva. Morella resisteva. Ella sapeva ciò che portava in quella comunione d'incanti. Bisognava conquistarla, perchè la non si dava: la s'insorgeva. Ella poteva scegliere. Il principe di Lavandall non era forse ai suoi piedi?

Dacchè miei ceppi hai franto, e il subalpino Aere di novo, o sommo Iddio, respiro, Piena d'incanti è al guardo mio Taurino; Ma un caro ch'io v'avea cerco e sospiro. Qui Lodovico nacque, e parte visse De' diletti suoi giorni, e qui patìo, E presso a morte qui le ciglia affisse L'ultima volta sul sembiante mio.

¹ Nel secolo del quale narriamo comunissimo era l'errore di supporre nelle sfere generazioni di spiriti maligni, che si potevano costringere per via d'incanti. Questa erronea credenza fu una delle cagioni per cui nel 1327 abbruciarono vivo in Firenze il celebre Cecco d'Ascoli degli Stabili.

90 Via se ne va Ruggier con faccia rossa che, per vergogna, di levar non osa: gli par ch'ognuno improverar gli possa quella vittoria poco gloriosa. Ch'emenda poss'io fare, onde rimossa mi sia una colpa tanto obbrobriosa? che ciò ch'io vinsi mai, fu per favore, diran, d'incanti, e non per mio valore.

Guarderò i cieli azzurri, Il mar pieno d'incanti, Di calme e di susurri, E i pulviscoli in aria roteanti. L

Onfale il vide, e de' suoi be' sembianti Ardendo ebbe a soffrir pena profonda; E perch'ei gisse altier fra gli altri amanti Non pur valor di sconosciuta fronda, Ma gli volle insegnar forza d'incanti Onde cangiar potesse il corso a l'onda, Ed affrettasse ed arrestasse i venti, E del sole oscurasse i raggi ardenti.

Ma dopo il turbine, nel cielo terso, effondeva la sua luce tranquilla Goethe, il sidere scintillante. E questo mondo d'incanti si dissipò quasi dal mio animo, allorché dovei sottopormi all'obbligatorio regime degli studî universitarî. Imperversava allora nel cosí detto mondo dell'alta cultura il fanatismo pel metodo scientifico germanico.

dell'eterno Ideal, rapiti araldi, dell'Infinito l'armonia nel cuore fremer sentiamo: a nulla li smeraldi propizianti ed il febeo vigore irraggian la cesarie: andiam spavaldi a ricercare il Verbo dell'Amore. Andiamo, ed il pensier, muto d'Incanti, pei regni bui prosegue la tua via: non vivono, non palpitano i canti, ma senton Te, fatale Madre e Iddia.

Mentre mi rinchiudea tutto coi vanni l'amor di questa mia che ti lodo, una femina nobil del paese, quanto accender si può, di me s'accese. 21 Ella sapea d'incanti e di malie quel che saper ne possa alcuna maga: rendea la notte chiara, oscuro il die fermava il sol, facea la terra vaga.