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William Wood, prima d'escire, aveva collocato, per amor dei dormienti, l'unica lampada sull'unico tavolo della sala, dietro ad un largo recipiente di cristallo, colmo fino al collo d'una tintura d'assenzio. I raggi del lume filtrati da quell'ampio smeraldo producevano, divergendo, la misteriosa luce che mi circondava. Quel tavolo, distante molte braccia dai letti fra i quali io stavo, offriva al mio sguardo, falsato dall'anormalit

O Amor, crudelissimo tiranno, prima ch'io conoscessi la libertá, me ne spogliasti; e prima che conoscessi la vita, mi facesti provar le tue morti. Mi vendi le tue brevi gioie, le tue fuggitive dolcezze a mari di lacrime, a milioni di sospiri, a prezzo di lunghi e infiniti affanni. Non mi tacesti provar dolcezza mai che non fusse meschiata d'assenzio, piacere che non vi fusse il veleno sotto.

Infatti, lettori, ecco qua un punto per cui la nostra eroina non somiglia a tante altre. Ci sono delle bellezze a cui stanno bene gli ori e le gemme; delle altre, invece, che con questi amminicoli non s'intenderebbero più. Gli antichi Greci diedero i pendenti di tre gocce agli orecchi di Giunone, non agli orecchi di Venere, e meno ancora agli orecchi di Minerva. Certe armonie delicatissime di forma non sopportano frastaglio d'ornamenti; certe sfumature di tinta, pari alle tenerezze giovanili dell'alba, sarebbero oppresse da tutto quel luccichìo di brillanti, che fa un po' troppo ricordare i pendagli cristallini dei lampadarii nelle feste da ballo. Ah, le bellezze di un collo semplicemente vestito del suo candore e della sua morbidezza! Signore mie dolci, seguite il consiglio di un ignorante; lasciate il collare ai cani, agli uomini politici e alle bocce d'assenzio di Neufchâtel. Quanto agli orecchini, pensate che un bell'orecchio piccino e trasparente, vale tutti i brillanti dell'India e del Capo, e che il non averlo neanche forato, come può fin d'oggi dimostrare l'abbandono di una usanza selvaggia, così potr

Laus Deo: ci leveremo alla fine da questa vita noiosa, di cui le feste improvvisate all'Hotel du Parc, le facili conquiste delle Veneri appassite che passeggiano sui Quais, la maldicenza su tutto e su tutti, compendiano tutte le fasi. Se si restasse un altro mese, ci abbrutiremmo di più degli ubriachi d'assenzio che riscontriamo ogni mattina, quando ci si leva dal letto.

Quando fu agli estremi di vita volle gli si recasse un bicchiere d'assenzio, e siccome quello che gli veniva apprestato non era ricolmo, pregò lo si colmasse. Poi lo sollevò, e lo tenne alcuni istanti innanzi agli occhi, dicendo: "come è bella la luce traverso questo bicchiere!" Queste erano state le ultime sue parole, ed era morto nelle braccia di Clelia e di Raimondo.

Col cibo carne, vino, frutta si fomenta quel seminarium libidinis che è il ventre: e così l'abbate Giovanni si rassegna a morire per l'astinenza da ogni bevanda; S. Pietro d'Alcantara mangia pane muffito, erbe mal cotte e sparse di cenere o d'assenzio; Santa Caterina di Siena non beve acqua e mangia erbe crude soltanto; e i santi Giosafat Kuncewicz, Pantino e Paolo della Croce fanno di più, si estenuano con venti, trenta e anche trentatrè giorni di digiuno.