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E due, disse tra di compare Nino, che, a quel rabbuffo mise davvero la coda tra le gambe, fermò la cavalla e tornò dietro. Questa volta vi restò, fattosi piccin piccino dentro il cappotto, non osando nemmen di fiatare, tanta era la paura che incuteva il capobandito a' suoi compagni, quando si degnava di montare in collera.

S'agitò maggiormente; la voce le si era fatta più forte, un lieve rossore le salì alle guancie e faceva uno strano contrasto col giallognolo della fronte. Abbia pazienza, disse la monaca, mettendole una pezzuola ghiacciata sulla fronte; il piccino dorme. Ma la moribonda s'agitava viepiù.

Monti volse la testa verso il pertugio, stette alquanto in silenzio, chè gli pareva strano quell'accento di compassione in un carceriere, poi domandò: Siete padre voi? Io no. Allora non sapete... non potete sapere... Il padre ch'è staccato dalla sua famiglia non trova mai pace. Avete moglie e figli? Tre figli: e il più piccino non ha che sei mesi! Poveretto!

Il ragazzo andò su, come un gatto. Guardate davanti a voi, gridò l'uffiziale ai soldati. In pochi momenti il ragazzo fu sulla cima dell'albero, avviticchiato al fusto, con le gambe fra le foglie, ma col busto scoperto, e il sole gli batteva sul capo biondo, che pareva d'oro. L'uffiziale lo vedeva appena, tanto era piccino lassù. Guarda dritto e lontano, gridò l'uffiziale.

Ah, signorino, mi disse Fortunata, presso la porta il piccino è molto malato. Dice il medico, che l'ha visto, ch'egli ha male ai polmoni. Il primo figlio, signorino mio! e le lagrime lo lucevano agli occhi-è una sventura grande! Avete visto com'è serio? Via, fatevi cuore, è bambino e guarir

Col piccino che portava nel seno era nata anche lei; il primo palpito di quella piccola esistenza era stato simile alla forte voce di Gesù che fa sorgere dal sepolcro Lazzaro quatriduano. Il suo passato, pesante, triste, nero, si era annegato nella luce ed ella si trovò compresa da una felicit

Orsacchio proruppe con violenza: E per me, quando si vuole aspettare? L'ora che avevo detta è passata. Fuori altri cavalli e si attacchino subito al mio legno. Il locandiere si fece piccin piccino, si curvò nelle spalle con aria desolata e confessò che di cavalli non ce n'erano altri che quelli.

Per via camminavo come intontito; il piccino, benedetto piccino, il piccolo amico mi seguiva. Mi seguiva la sua vocetta tenera, come ora mi parla mentr'io scrivo di lui a te. Perchè in questa malinconica mattina di marzo, egli è qui accosto a me. E nel silenzio della mia cameretta, egli mi ripete ancora, dolcemente, con un balbettìo d'angiolo: Vulite 'o vasillo? Vulite 'o vasillo?

Il povero prete si faceva curvo, piccino, piccino, sperando, quasi, lui così grosso, di potersi nascondere dietro alla miss, che camminava impettita, dura come fosse di legno.

Aveva poco più di dodici anni, ma era un fanciullo riflessivo, e la sua intelligenza si era sviluppata presto, grazie alla vita avventurosa che gli era toccata. Aveva veduto da piccino il babbo e la mamma godersela in continui spassi, poi piangere e smaniare perchè avevano speso troppo. Poi, a cinque anni, era stato trasportato a Genova, e di l