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Erano tanto lente le lunghe ore del lavoro; lei non veniva mai a farle parere più brevi. Quell'uomo fortissimo, quel grande artista, curvava il capo e pensava.

Bisogna risalire a quei . I «calcoli» di Napoleone III davan legge all'Europa. Il mondo politico si curvava tremante ed adorante innanzi all'uretra imperiale. Il bollettino del sommo clinico Nelaton, medico dell'imperatore, regolava il corso delle faccende di quaggiù. Ma Garibaldi non era un uomo di quaggiù.

Ho ammirato una villa bianca avvistatissima senza una mosca, e un giardino su un colle, e un sentiero che si curvava fra un roseto, un pratello in toletta, e montava e montava.... C'era posto per due, per tre no. O Varesina, al sommo di quel colle, quando il sentiero t'avr

Giurate soltanto di amarmi. Lo giurerò dopo. Datemi un bacio. Ecco. Ma Opala aveva detto troppo presto questa parola. Mentre che ella curvava il suo volto sul mio si arrestò a mezzo dell'atto: la fanciulla aveva ascoltato un rumore improvviso all'uscio del gabinetto.

La fiamma del gas, improvvisamente scemata, rendeva una luce assai povera, sotto la quale il quadro diventava tetro. Preso da una grande inquietudine, io ruppi: Si spegne il gas, non te ne accorgi? Egli levò la fronte, lento, a guardare, senza far motto. Fuori il vento fischiava, ululava. Il mandorlo si dibatteva forte, nel tormento: si curvava a' vetri, accennava, picchiava, supplice.

Intanto le disgrazie accasciavano i vecchi. Il capitano curvava la schiena sotto il peso degli anni aggravati dal dolore. Soffriva delle vertigini che lo esponevano a cadere, se non trovava un sostegno. Il maestro Zecchini lo consigliava a consultare un medico, il Bonifazio alzava le spalle con dispetto e non gli dava retta.

Per quel nemico, acerbo Destin che sotto un giogo empio curvava Il capo tuo superbo; Per la tua mesta gioventù schernita, Pe’ tuoi laceri panni ella t’amava, E l’orme seguitò de la tua vita.... Era bionda e sottile, E come raggio le parlava in fronte Il cor grande e gentile. Con te divise degli affanni il pondo, De la tua povert

Sull'imbrunire, mentre la Teresa si curvava cogli occhi fin sul tombolo per profittare dell'ultimo barlume di giorno, s'udì una voce d'uomo, giovane ed alta che cantava: «Morettina dove vai? Vado a Monza sul tranvai

Una vergogna, un avvilimento anticipato, le curvava gi

Silenziosamente, ella curvava il capo, e le lacrime le discendevano sulle guancie. Giovanni la guardava, desolato: poi, le andava vicino, le carezzava una mano, le baciava le guancie bagnate di lacrime. Ho scherzato diceva. Tu non ischerzi mai. Ho scherzato. Tutto finiva, così: ma le lacrime erano state versate.