United States or Martinique ? Vote for the TOP Country of the Week !


E mentre parlava del Laner, la rabbia, il veleno, la bile gli schizzavano dagli occhi astiosi, gelosi. La signora Angelica e la signora Rosa non erano più sole a Crodarossa.

In quel frattempo, si ammalò la serva di don Giuseppe, e se ne andò al suo paese a rinfrancarsi, ma poi non tornò più a Crodarossa, don Giuseppe si prese altre donne. La signora Angelica e la signora Rosina omai facevano tutto loro alla Canonica, come prima, quando c'era il povero don Giacomo, e alla casa nuova, non ci andavano più altro che la sera, per dormire.

Era un pezzo che ci pensava, che aveva deciso, ma non aveva mai voluto parlarne per non amareggiarle; e non aveva voluto vederle, consolarle prima di partire per non perdere quella forza, quella calma d'animo, della quale aveva tanto bisogno. Del resto, non era che la prova di un paio di mesi. Dopo, sarebbe tornato in ogni modo a Crodarossa.

E in quello sgomento, in quel terrore Pierino cominciò a pregare il suo povero babbo, il suo povero zio ch'erano in paradiso, che gli volevano bene, e che sapevano che non era un ladro. Poi pregò la Madonna miracolosa del Santuario di Crodarossa, che aveva fatto tanto male a dimenticare, poi l'altra, quella di Trento, della piccola chiesetta lontana, solitaria, e che aveva fatto molto male a trascurare, e pregò, pregò ginocchioni, piangendo, balbettando, dandosi pugni contro il petto che gli doleva per l'affanno e per la fame. Col fervore della preghiera, colla sincerit

Composte e silenziose, attraversavano la piazza; insieme si alzavano in piedi ai punti prescritti della messa, insieme si sedevano dopo il vangelo, si prosternavano insieme, fino a terra, al mistico irraggiare dell'ostensorio; poi le due figurette nere, piccoline, secche secche e diritte, si vedevano comparire sempre mute, sempre appaiate sull'alto della viottola del Santuario di Crodarossa, la loro passeggiata favorita.

Non c'erano che le ventimila lire.... e le zie di Crodarossa. Sopra lo zio Matteo svanivano le speranze. Prodigo con tutti gli altri, era taccagno con Evelina, perchè istigato contro di lei dalla Gioconda: era taccagno col Laner, perchè quel trentino gli era antipatico, perchè aveva ancora il rodimento delle famose ventimila lire, le sue ventimila lire.... cioè quelle del Casalbara.

Andarsene, fuggire, fuggire da Milano, fuggire da Nora, fuggire da quel desiderio che lo accendeva, fuggire da quella gelosia che lo divorava! E sospirava Crodarossa. E il paesello gli appariva ancora più tranquillo, più chiaro, più ridente colla chiesa bianca, circondata dal piccolo cimitero, sulla collinetta alta, in mezzo al sole.

Evelina era capitata improvvisamente a Crodarossa; non aveva avuto il tempo di avvertire le zie. Era scappata da Casalbara in una carrettella, col Laner che le teneva dietro, docile, muto, istupidito. Erano arrivati di mattina, verso le undici, un'ora prima del desinare, ma Evelina aveva frenata la commozione, la maraviglia, lo sconvolgimento delle sue care zie, per non recare alcun trambusto.

Gli occhi di Evelina guizzarono dietro il barbaglio delle lenti grosse, traballanti. Si avvicinava il giorno di scappare a Crodarossa!

La sua famiglia?... Due zie.... superstiti! e sospirò profondamente, come se avesse visto morire tutti gli altri, due vecchie signore, che vivono in pace, ritirate nella loro villa di Crodarossa!... Spaventarle con una simile cannonata!... E inutilmente, perchè lei m'insegna, caro dottore, che i giovani superano sempre, o quasi, simili assalti. Ghiaccio! Ghiaccio! Ghiaccio a profusione!