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Egli forte pontefice, resistette cattolicamente all'imperator eretico; egli gran vescovo, gran cittadino, raccolse apertamente intorno a i romani di Roma; egli grande italiano raccolse pur gli altri italiani antichi, li difese, ne fu difeso dalla tirannia dell'eretico imperatore; egli, come tutti coloro che sollevan popoli non a propria ambizione ma a difesa comune e giusta, non rinnegò il nome, il diritto del signore legittimo o legale, ma gli rinnegò l'obbedienza in ciò che era pur diritto proprio e del popolo suo; egli limitò la rivoluzione a giusta resistenza, egli l'adattò alle tendenze, alle condizioni del tempo suo; ed egli non inventò forse ma si serví delle giá inventate confederazioni, le accrebbe, le condusse, le fece efficaci, vittoriose.

Fu nuova vergogna e danno alla cristianitá; danno poi particolare all'Italia, in cui saran sempre sogni le confederazioni immaginate in generale, senza scopo, senza occasione; in cui le occasioni sole posson condurre alle leghe temporarie, e queste sole, se mai, a qualche confederazione perenne; in cui dunque dovrebbesi prender come benefizio della Provvidenza qualunque occasione di far leghe, piccole, grosse, temporarie o durature.

Ma, fin dal principio del secolo ottavo vedemmo un gran papa, Gregorio II, porsi a capo di Roma e d'altre cittá suddite greche, e resistere con esse alla tirannia religiosa dello scismatico imperatore orientale; e di esse far confederazioni, e con esse guerreggiare e trattare contro a' nemici comuni greci o lombardi: ondeché, se si cerchino i primi esempi di cittá libere moderne, essi si trovano di un quattro secoli piú antichi in Italia che non in niun'altra regione europea; si trovano libere a quel principio del secolo ottavo Roma, Venezia, le cittá della Pentapoli, ed or l'une or l'altre delle greche all'oriente e al mezzodí d'Italia.

Genova e Pisa, poc'anzi pacificate per forza dall'imperatore, conteser di nuovo per la Sardegna; e Federigo concedettela con titolo di re a un Barisone, che rimase poi parecchi anni prigione, per debiti, de' genovesi. Ma col 1164 incominciano i begli anni di questa bella guerra, gli anni delle confederazioni e della meritata fortuna.

Guardiamoci dagli eccessi. Perchè la Confederazione Italiana fu adoprata a palliare una pace non accetta, e a scusarla forse nella coscienza di chi cercava conforti a stesso più che ad altrui, per questo taluni parvero rigettare tutta sorte confederazioni, e si rifecero con rettorica incauta dal numerare gl'inconvenienti delle confederazioni che vivono, senza badare ai vantaggi. Laddove non si può di punto in bianco cogliere la perfetta unit

Le confederazioni generali del lavoro dichiarano, ad es., di essere libere da ogni dipendenza ufficiale di partito: talora giungono a dichiararsi apolitiche; non fanno che la politica della classe organizzata. Gl'impiegati, in Italia, i maestri, i professori sono gruppi di forze che agiscono spesso, anche elettoralmente, per loro conto, spostando l'equilibrio dei partiti.

Gli stanziamenti ellenici poi, furono colonie e non piú; e conquiste quelle degli etrusci nell'Insubria; ma di nuovo immigrazioni vere ed ultime, quelle de' galli nel sesto secolo. Bensí, le diverse genti e cittá d'ogni schiatta o nazione rimasero certamente confederate tra ; ed in confederazioni si riunirono pure le cittá che si vennero innalzando di genti raccogliticce e diverse.

Bolla di Martino IV, in Raynald, Ann. ecc., 1282, §§. 13 a 18. Per questa son disciolte le confederazioni per avventura fatte tra i comuni di Sicilia ribelli. È notevole che si parla sol di comuni di Sicilia, anche nelle ammonizioni a tornare all'ubbidienza, e nelle minacce di gastighi; quando il divieto d'aiutar questi ribelli è fatto largamente a principi, conti, baroni, e comuni esteri. Novella prova dell'indole tutta popolare della rivoluzione del vespro, e della condizione de' ribelli, che gi