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Un breve scalpiccio che s'allontanava, poi un lugubre silenzio non interrotto che dal ciangottare dell'acqua nella vasca della fontana. Nei paesi dell'alta montagna nessun crocchio la sera; la battaglia aspra, cupa della vita, da una avemmaria all'altra, il resto, quando non è del dolore, è del riposo.

Cosa singolare! in quella solitudine dove la vita mi pareva dovesse scorrere tranquilla come un idillio, monotona come il ciangottare di un ruscello avevo trovato invece il romanzo feuilleton, il dramma Porte-Saint Martin, il teatro Fossati; quel dramma e quel romanzo che ora è caduto di moda ma che la vita si ostina a risuscitare ogni giorno a dispetto del buon gusto e della letteratura collet-montant.

E come no? Se ne avvedono gli usci e le imposte, che sono di legno, e gli arazzi e i corami delle pareti; perfino il pappagallo, ultimo avanzo dei dodici portati da San Domingo, che ha imparato a ciangottare: Filippino sciocco! Noto, per amor di giustizia, che vorrebbe dire Filippino Fiesco; ma non gli riesce, e dice sciocco tale e quale. Fior d'oro, dal canto suo, lo chiama Gunora. E potrebbe anche chiamarlo Guatigana. Ma quel poveraccio va rispettato, che almeno ha saputo morire. Quanti pretendenti, mio Dio! esclamò il capitano Fiesco, sospirando. Hanno avuto tutti buon gusto, non lo nego; ma ti confesso che m'hanno tutti mortalmente seccato, e mi seccano. Basta, ti ho fatto il mio sfogo, e tu chiudilo in petto, alta mente repostum, come direbbe Virgilio. Il giorno che avrò accoppato messer Filippino, ne capirai il perchè, senza bisogno di venirmelo a chiedere. Ma ora che ci penso.... In questa lettera dell'eccelso Gian Aloise non ci sarebbe la zampa di messer Filippino bello? Mi vogliono levare da Chiavari, è chiaro, come si leva una lepre, o un cinghiale. Vogliono tirarmi sul Bisagno, anzi peggio, sul Rivo Torbido. Una volta l

No; Giacomino non ci pensava: ma quelle cinquecento lire anche lui non diceva mille per esser proprio sicuro a mano a mano gli rischiaravano l'orizzonte, e mentre la Fanny gli sorrideva, abbottonandosi l'altro stivaletto e monsieur Crispì continuava a ciangottare nel gozzo: Saccorrotto, saccorrotto, egli mentalmente distribuiva quel denaro fra i creditori più seccanti.

«Brutta bruttaccia! brutta bruttacciacontinuava intanto a ciangottare la Rosalia, colla bocca piena di mandorlato. Il giorno dopo, di buon mattino, la contessa Orsolina si era precipitata ansante nella bottega della fruttaiola. «Trovatemi una donna qualunque, magari in prestito, che venga almeno per le faccende più grosse. Ho la mia bambinaia in letto, colla febbre.