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Diana divorava le lacrime. Si sentiva messa in disparte, lei e la bimba; l'impresa di riconquistar suo marito, di ricuperare il posto ch'ell'aveva una volta presso di lui, quell'impresa che pur dianzi l'era parsa di così agevol riuscita la sgomentava ad un tratto come cosa irta di difficolt

Erano i tipi ch'ell'aveva sottomano; erano i Bardelli, era Quinzani, era lo zio Gustavo, era l'Adelaide Nocera, erano i Feana con la cognata sofferente, era Miss Jane, la sua antica governante, e Miss Olivia, la pittrice inglese, era Varedo, anche lui... e anche lui, oimè, una figura subalterna, nonostante il suo ingegno, la sua dottrina e la sua interminabile opera sul dovere.

No, non era, non doveva essere questo; nondimeno sul punto di dir per sempre addio ad ogni cosa, la Teresa sentiva una ribellione di tutte le sue intime fibre, e suo malgrado era tratta a ripiegarsi su medesima, a considerare se non vi fosse altra uscita da quella in fuori ch'ell'aveva scelta.

Egli lasciò cader la domanda. Soffriva acerbe torture. I discorsi della Teresa avevano inasprito la sua gelosia. Quelle febbri dei sensi le facevano orrore, ma ella confessava d'averle provate e le aveva provate con un suo rivale... Vergalli non pensava in quell'istante a ciò che la Teresa aveva dato a lui solo e ch'ella mostrava di pregiar sopra tutto; pensava a ciò ch'ell'aveva dato all'intruso, al giovinetto cinico e audace al quale era bastato presentarsi per vincere e che ora forse ingannava i lunghi ozi del suo bastimento vantandosi della facil vittoria. Perchè, in verit

Era nella camera, sola, nessun medico era accanto a lei, nessuna voce aveva pronunziato la sentenza ch'ell'aveva creduto d'udire... Ell'aveva sognato... Ma l'impressione del sogno non svaniva per questo... se di tutti i particolari, di tutte le circostanze esteriori che i sensi allucinati avevano finto a stessi non restava più nulla, restava il fatto persistente della sua inquietudine fisica di cui la Teresa non sapeva trovare una spiegazione plausibile... poichè non voleva accettar quella che il sogno le aveva suggerita.

Raggiante di gioia, egli la baciò sopra il velo ch'ell'aveva gi

Mai, mai egli dimenticherebbe quelle parole ch'ell'aveva pronunziate con voce fioca e tremante, le ultime quasi ch'egli aveva udito da lei: «Voi, Mario, voi mi costringereste a chiamar la mia cameriera?...» Poco dopo, ell'era svenuta; la gente di servizio era accorsa; a lui s'era squarciata una benda dagli occhi, ed egli era fuggito via come un pazzo.... Non per questo ella s'era data la morte; pur quella era stata forse l'ultima goccia che aveva fatto traboccare il vaso.... E perchè aveva egli indugiato tanto a tornare?

La sorpresa e la commozione mia nell'udire ch'ell'aveva una parola di Violet per me non si dicono. Non era ancora gioia spavento, perchè non potevo sapere quale parola fosse; quando intesi che miss Yves partiva all'indomani, sorse in me insieme al subito terrore, più forte del terrore, l'antica fede, la volont

Ella non opponeva più resistenza. In quella stretta c'era tanta dolcezza da compensarla di ciò ch'ell'aveva sofferto in passato, di ciò ch'ella avrebbe sofferto in avvenire. Non per lui solo; anche per lei era meglio che Roberto tacesse. Le sue parole, per quanto piene d'affetto, non potevano che richiamarla alla realt

Con mano tremante ell'aperse la sua scrivania, rilesse e firmò il suo testamento. La distribuzione ch'ell'aveva fatta della sua fortuna le pareva equa; le pareva, ne' suoi legati, di non aver dimenticato nessuno; gli amici, la gente di servizio, i suoi beneficati ordinari. Ad altre carit