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RAIMONDO freddo, calmo. Vi prego, cercate di essere più calma. Cade spossata su una sedia. Ah! Dimostratevi la donna forte che dite di essere. Perchè.... e per chi vi affannate tanto adesso? Per chi?... Sorge in piedi e, decisa, con forza.

Stonano come le trombe lunghe di Nicassa! Una pausa. Sono le proboscidi che soffiano così. 3 Frusciatori, 3 Crepitatori, 3 Scoppiatori. Strano! Sembrano le soffiate di mille freni ad aria compressa. Ora tutte le proboscidi della mandra sono nel fiume. Finiranno col berlo tutto con questo lavoro di pompe affannate. Se gli elefanti sono nel fiume, sono dunque vicini! Non temere, Mabima.

Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere, dal voler portate;

E voi, Principe Colonna, non vi affannate: io vi consiglio a calmarvi, perchè mi sono trattenuto quanto basta alla Rocca Petrella per conoscere i vostri detti e gesti; e se voi non lo sapete, io vi dirò che conosco più che non desiderereste di negromanzia, per avere potenza di far parlare certe sepolture e certi morti.... Voi m'intendete, Principe; e quel che mi hanno appreso sul conto vostro, ve lo bisbiglierò dentro l'orecchio.

Moveva i piedi macchinalmente, e dava ogni poco in forti lamenti cui rispondevano i singulti di quelle affannate.

Ed elli a me: <<Vedrai quando saranno piu` presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno>>. Si` tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: <<O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!>>. Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l'aere dal voler portate;

Ed elli a me: «Vedrai quando saranno più presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno». tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: «O anime affannate, venite a noi parlar, s’altri nol niega!». Quali colombe dal disio chiamate con l’ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l’aere, dal voler portate;

Io dico ch'io non ho altro male che di Lelia mia, delicata, inzuccarata. SPELA. Io so che voi avete la febbre e state molto male. GHERARDO. A che te ne accorgi tu? SPELA. A che? Non vi accorgete che voi sète fuor di gangari, farneticate, affannate e non sapete che vi dire? GHERARDO. Gli è Amor che vuol cosí, non è vero, Clemenzia? Omnia vincit Amor. SPELA. Ohu! Che bel detto da napoletani!

Tutta questa folla di creature appassionate, irrequiete, degenerate, come oggi è moda di dire, che voi vi affannate di gettare in pascolo della nostra fame spirituale, ci lascia, se abbiamo il coraggio d'ingollarla, più affamati di prima. Mutate registro! Ruit hora!

Ed elli a me: <<Vedrai quando saranno piu` presso a noi; e tu allor li priega per quello amor che i mena, ed ei verranno>>. Si` tosto come il vento a noi li piega, mossi la voce: <<O anime affannate, venite a noi parlar, s'altri nol niega!>>. Quali colombe dal disio chiamate con l'ali alzate e ferme al dolce nido vegnon per l'aere dal voler portate;