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Aggiornato: 28 giugno 2025
Ma, senza ricorrere a esempi stranieri, non abbiamo veduto i giovani volontari di Garibaldi? Avevano essi forse imparata la manovra in piazza d'armi? Lo straniero in Italia! Vedrebbero i paurosi come risorgerebbero i Balilla!
I volontari erano allegri, cantavano a squarciagola, e negli intermezzi cianciavano, politicavano, facevano infine un brusio indiavolato; un Milanese ponendosi ambe le mani alla bocca imitava perfettamente il fischio del vapore, un altro faceva da cane, abbaiando e guaendo con tanta naturalezza da chiamar per la strada tutti i cani che giravano per quei dintorni.
«A queste schiere di volontari, che offrono al mondo un così nobile spettacolo e che gi
Si commisero anche eccessi, in Monte Rotondo stesso. Per dare un esempio, Garibaldi fece fucilare due volontarî. Il popolo delle campagne aveva per lui poca simpatia, e riusciva difficile avere notizie e informazioni. Le sue truppe non erano dunque al caso di sostenere un serio urto coll'esercito pontificio disciplinato e bene armato, spalleggiato dalle truppe francesi.
Il giorno 8 maggio il generale Ferrari, che aveva concentrato le sue forze di volontari e regolari a Montebelluno, ebbe avviso dai suoi posti avanzati dell'avvicinarsi del nemico.
Al R. Delegato della Lunigiana, impaurito de' discorsi sovversivi che andava facendo una mano di volontari lombardi, che da Pontremoli moveva alla volta di Firenze per raggiungere Garibaldi , scriveva: «Sono un diluvio di cavallette. Consideriamole come una piaga di Egitto, ed operisi con tutti i nervi onde presto passino e contaminino meno luoghi che sia possibile» .
L'organizzazione di un corpo di volontari in Toscana capitanato da Nicotera nocque, e se quelli stessi volontari si fossero inviati in Sicilia, sarebbe stato assai meglio. Era dunque verso la fine d'agosto quando pronto l'Esercito Meridionale sulla sponda sicula dello stretto di Messina, si disponeva a traversarlo.
Da quanto si disse si comprende essere stata la missione del nostro Cantoni quella di portare un dispaccio al Comandante dei Volontari, per ragguagliarlo di quant'era succeduto a Bologna e chiamarlo co' suoi militi in quella citt
Egli si fermò sul suo cavallo, dinanzi alla via che oggi porta il suo nome e dietro all’altra che ha quello di Lincoln. A destra la flotta napoletana fulminava colla mitraglia, a sinistra i cacciatori borbonici saettavano colle palle. Fermo, impassibile non si mosse se non quando l’ultimo dei suoi volontari fu entrato in citt
Da Ascoli scendeva un esercito di volontari; un altro più numeroso e più indisciplinato si spandeva nelle vie che da Foligno mettono a Civita-Castellana, e di l
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