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Aggiornato: 6 ottobre 2025


Peccato! disse la Villari, benevolmente materna, scordando per il momento di essere Messalina o Francesca o Fedora. Non avete carattere. Siete buono; siete decorativo; non siete stupido. Ma avete, come si potrebbe dire, il naso fatto di pasta frolla, di pasta frolla cruda, che ognuno può prendere e far girare in qua e in l

Ho telegrafato avant'ieri; dopo un certo discorso che mi ha tenuto tua cugina Adele... Quella viperetta gelosa, mormorò Antonio. ... Sul conto di questa... Signora, e Giacomo accennò col mento alle inconscie ed arridenti Nunziate Villari. Ho telegrafato, come dico, a Hertfordshire, dicendo a tua cugina Valeria... Ah! Valeria! adesso capisco, disse Antonio con un risolino sarcastico.

Quando il Macchiavelli si pose alle Storie, dice benissimo il Villari, v'erano in Firenze due scuole di storici, quella del Villani nella quale proseguivano annalisti e diaristi, e l'altra degli eruditi con alla testa Leonardo Aretino e Poggio Bracciolini non molti anni addietro segretari entrambi della Repubblica. Spregiatori della cronaca, pur nella forma rispettandone la divisione per anni, costoro avevano mirato alla dignit

Il Mohl ne ha compiuto il migliore elenco fino al 1858, il Villari lo ha proseguito sino ai nostri giorni, ma finchè visse il Macchiavelli, le poche copie che girarono manoscritte del libro non destarono scandalo: le opinioni e le massime del Principe erano quelle medesime del tempo.

Singolare per acume di buon senso è il Dialogo sulla lingua, che se non profetizza tutta la scienza filologica come vorrebbe il Villari, è nullameno la più notevole scrittura di tale argomento per allora. La battaglia di Pavia richiamò sulla scena politica Macchiavelli.

Qui un altro profilo di Nunziata Villari gli saltò agli occhi, e poi ancora Nunziata Villari tutta capigliatura e sorriso... Egli ebbe il tempo di imparare a memoria ogni lineamento di quella strana faccia ardente, prima che il portone di casa si aprisse e i rapidi passi di suo figlio echeggiassero sulla scala.

La Villari stava facendo colazione tardi, come di consueto, e ammonticchiati in vaghe circonvoluzioni d'oro pallido sul suo piatto stavano i maccheroni al burro e formaggio. Ella vi aveva per l'appunto piantato la forchetta e la stava girando e rigirando, ravvolgendoveli con pacata cura, quando Teresa, la serva, entrò concitata. Un telegramma, illustrissima. La Villari l'aprì.

Con lui venivano Nino e sua sorella Clarissa. Nino pareva triste e depresso. La Villari lo tempestava di lettere, la sua coscienza lo tenagliava di rimorsi. E Aldo Della Rocca, colla sua presuntuosa bellezza, gli urtava i nervi. Come? Nino! di nuovo qui? disse Nancy ridendo. Mi hai detto iersera che d'ora innanzi non saresti più venuto che due volte alla settimana. Precisamente, rispose Nino.

Non lo credo: è un pretesto per non dirci a che cosa lavori o per non mostrarcelo. Macchiavelli! ha soggiunto pigliando dal tavolo lo stesso volume preso da Berti. Sentiamo, sentite, si è rivolto con scherzosa ironia agli amici: che cosa pensi tu del Macchiavelli? O del Villari? ho risposto barattando un'occhiata col Berti. Che m'importa del Villari!

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