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Ed ecco perchè a me è venuto il grillo di ripigliar da Zola istesso questa donna stranissima, che riuscì a miei occhi un tipo unico di figlia di Eva del nostro tempo, un problema di isterismo a freddo, una personificazione dello spirito scacciapensieri, una sintesi di puttanesimo rapace, un'epopea: di calcolato disinteresse, un campo aperto di capricci, di estri, di fantasie, di voglie, di brame, di vanit

Vi sono a' giorni nostri alcune grandi anime invase esclusivamente dalla contemplazione della rivoluzione francese. Lamartine, Quinet, Ponsard sono fra queste anime. Tale contemplazione ispirò al primo un'epopea, al secondo una storia, al terzo due tragedie. Non si contemplano senza frutto i prodigi.

Tristissima sempre, condizione siffatta di cose par quasi inesplicabile in una gente che, come la nostra, sorgeva jeri appena a Nazione o che, come la nostra, non visse mai nel passato di vita propria e spontanea senza diffonderne il calore e la luce a tutta l'Europa: inesplicabile a chi ricorda il levarsi ad impeto di marèa di questo nostro popolo, oggi intorpidito di scetticismo, dapprima nel 1848, poi dal 1859 al 1861, quando rifulse possibile la speranza d'unirsi in fratellanza d'azione, e i Mille iniziavano un'epopea rotta a mezzo da un cenno di re.

I suoi soldati, ultimi superstiti di un'epopea che forse un giorno avr

È un'epopea, quella Vita di Maria de' Medici, epopea diplomatica, ufficiale quanto si vuole, ma sempre epopea. Del Rubens mi ha trattenuto lungamente un quadretto, la Kermesse. Non è che una festa di villaggio; ma non ricorda punto la maniera di Teniers. Anche qui è il magnifico Rubens, e in questa ridda di bevitori si vede il capriccio immortale d'un grande.

Ebbene gli era a codestui che il povero Vanardi doveva duecento cinquanta lire di pigione. E meno male fosse stato quello il solo suo debito! E lascio stare il macellaio, il venditore di vino al minuto e tutti gli altri creditori, che se volessi annoverarli un per uno farei una rassegna lunga e noiosa, come quella degli eroi combattenti in un'epopea che si rispetta.

Ma il giorno era pigro, lentissimo, in quella campagna marina. Dal sorgere del sole al calar della luna sembravano passare dei secoli; dal frinire delle cicale al gracchiar delle rane, era un giorno e un'epopea di sensazioni. Il mare solo, il cielo solo bastavano per una sfilata gigantesca di spiriti senza nome. La folla aveva dimenticato il piccolo paese.