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Aggiornato: 17 luglio 2025
«È assai strano,» rispondeva quel senatore, «sentite: è uno dei fogli trovati stasera nella gola del leone.» «Un'accusa?» «Un'accusa.» «Contro chi?» «Sentite. Se l'eccelso consiglio dei Dieci avesse a suo tempo tenuto d'occhio a ciascun passo del glorioso ammiraglio, a quest'ora ne saprebbe di belle.» «Oh!... questa è curiosa!» «Non c'è altro?» «No.» «Il caso è molto strano.»
Lidia leggeva solo i libri prestati o indicati da lui; non portava che i fiori inviati da lui; ne riceveva delle lettere, e si sobbarcava a studiar l'inglese con lui.... Ebbi troppa precipitazione formulando un'accusa gravissima; tuttavia, non potrete assolvere Lidia dalla taccia d'imprudenza.... I volti di Pietro e di donna Teresa restarono impassibili. Lidia corrugò la fronte.
Alla mattina del lunedì la Corte andò alla sua cella a redigere il verbale del suo suicidio, e la direzione mandò il cadavere a Musocco. Le prove contro di lui erano schiaccianti. Incapace di resistere al fuoco dei testimoni, volle morire lasciando credere alla persona che gli era forse ancora cara che egli moriva vittima di un'accusa infame.
Francesco Parravicini d'Ardenno, settagenario e infermiccio, si presenta a quel tribunale per iscolpar il proprio figliuolo contumace, e il tribunale non potendo ottenere si ritirasse, gli coglie addosso un'accusa. E poiché le sue infermit
Io scrissi: «Signor Professore, in un momento di vera aberrazione mentale ho osato formulare contro di lei un'accusa che tanto più mi tormenta di rimorso quanto più riconosco la sua dottrina e il suo sapere. Come posso rimediare se non facendo piena dichiarazione della mia colpa e supplicandola di volermi perdonare?» È tutta una bugia dissi.
Sarebbe! ripetè Carlotta col broncio. Oh Dio, mamma! esclamò la fanciulla annoiata. Non cominciamo; non farmi ripetere venti volte una domanda. Se ho sbagliato, dimmelo. Io non mi sento colpevole di nulla. Il candore con cui Nicoletta sosteneva un'accusa vaga, disarmò la signora. Colpevole non sei; non voglio dirti colpevole, spiegò infine. Ma stordita e bizzarra come al solito.
Un calcolo, da canto suo, la contessa Rosalia aveva finito anche lei per credere la confessione dell'amica. Fino a quando i rapporti dei due giovani non si erano mutati, ella non aveva fatta un'accusa a Massimiliana di nascondere ancora il suo secreto ad Ermanno, aveva creduto che la confessione sarebbe bastata a dissipare ogni speranza di felicit
Ma che manovra! ribatteva Garibaldi, non vedete che quello è un esercito che fugge? e lasciò il generale in capo a passare tranquillamente la notte in casa Blasi, e lui pure se ne andò a dormire coi suoi all'aperto. Al nuovo mattino non c'era più a Velletri un solo Napoletano! Si è voluto fare un'accusa a Garibaldi di avere attaccato battaglia col borbonici contro l'ordine del generale in capo.
E il sangue di Pisacane e d'Agesilao Milano, il sangue di quanti morirono col nome di Patria sul labbro per suscitarvi ad opre virili, da Milano e Pisacane risalendo fino ai Bandiera, grida a voi degnamente, Italiani di Napoli: sorgete e ribattete da uomini un'accusa che serpeggia crescente per tutta Europa. Siete voi, iniziatori un tempo della lotta italiana, caduti per sempre?
Concettella non rispose. Il suo singhiozzo raddoppiò. Ma parla dunque, riprese Gabriele; getta dunque, in faccia di quell'uomo la tua giustifica. Non si serba il silenzio innanzi ad un'accusa simile, non si sprezzano quelle contaminazioni lì! Tu devi comprendere alla fin fine che tutto codesto mi mette il cuore a brani. Non torturarmi dunque così. Perchè ne ameresti tu un altro?
Parola Del Giorno
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