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Aggiornato: 14 maggio 2025


Ma prima di Servio Tullo si valevano pure ne' contratti di certi pezzi di metallo, non segnati ma dati a peso; onde quel re non fece altro che coniarli, per ovviare alle fraudi con la pubblica autoritá.

Io, che di politica m'occupo poco e non mi credevo in caso di giudicare quell'atto, sorrisi e non risposi nulla; ma gli ho quasi dato ragione sfogliando in questi giorni il magnifico volume che il senatore Tullo Massarani ha pubblicato a sue spese nell'occasione delle nozze d'argento reali, e di cui ha regalato l'intero provento una dozzina di mila lire a parecchi istituti di beneficenza.

¹ Testo e disegni di Tullo Massarani, trascrizioni in penna di Francesco Colombi-Borda, eliotipie Calzolari e Ferrario. Roma, Forzani e C. tipografi del Senato, 1893, Vol. in-folio di pag. Edizione di soli trecento esemplari numerati.

Correva in que' tempi questa bella usanza, di far monete incomode da portare, forse ad imitazione di quelle di Licurgo, di cui parlammo; manco chi dice che Servio Tullo battesse anch'egli moneta di ferro, oltre quelle di rame. Polluce de' bizantini lo stesso narra.

Ed io so bene che cosí fu in Roma, ove consta chiaro che prima d'ogn'altro metallo fu battuto il rame da Servio Tullo, improntandosi una pecora, e che molto dipoi fu coniato l'argento, ed in fine anche l'oro; onde, se prima de' romani non si fosse veduta moneta, sarei con questo autore.

Ma in Roma non incontra dubbio alcuno l'istorica veritá che prima di Servio Tullo non furono battute monete, e che egli fu il primo a batterle coll'impronto di una pecora; mentre alla testimonianza di Livio, Plinio, Plutarco ed altri non è chi abbia in ciò contradetto, che io sappia.

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