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Aggiornato: 19 giugno 2025


Così, tutti spingevano al movimento: gli uni per rovesciare il trono; gli altri per avere un pretesto di sgozzare i liberali. La sede della controrivoluzione era a Palazzo. Il quartier generale della rivoluzione era alla villa Belvedere, al Vomero, presso di lady Keith.

Lo so, che il vice-re Tewfik mi accusa di essere un falso profeta, sperando di allontanare da me gli arabi che io vorrei salvare dalle mani degli inglesi, ma non credeva che le popolazioni dividessero l'opinione di quel miserabile, di quel vigliacco che vendette il suo regno pur di rimanere sul trono.

In mezzo, alla destra del trono, un banco coperto di panno scuro per gli auditori di Palazzo e della sacra Ruota criminale presieduti da straordinario presidente, sendo caduto infermo il Luciani: dalla parte opposta un banco pari pel procuratore fiscale, con parecchi cancellieri e notari: per traverso un terzo banco destinato pei difensori.

Nessuno guardava Beatrice di Bovadilla, di tanti gentiluomini che si affollavano intorno ai gradini del trono. Ma quell’uomo, su cui si fissavano gli occhi di tutti, dove volgeva egli i suoi?

Si era avanzato fino ai gradini del trono; il re e la regina si erano alzati per riceverlo; ed egli, prendendo rispettosamente le destre di Ferdinando e d’Isabella, si era inginocchiato per baciar quelle destre. Lo avevano amorevolmente rialzato, pregandolo di voler sedere davanti a loro, sopra uno scanno che due valletti si erano affrettati a mettere innanzi.

Così passarono alcuni anni fino che un carbonaro di Bologna, entrato nell’Assemblea nazionale francese, e poi salito sul trono imperiale dello zio, alzava lo stendardo delle nazionalit

Volgetevi indietro e mirate! Per tutto forche, roghi, mannaie e calici di veleno! Ebbene! questo ferale apparato è la culla gloriosa della vera vita del Popolo; è il trono della sua maest

E il suo cuore, fatto sterile e duro da quella lunga solitudine del trono, ritrovava un'onda di tenerezza, alla quale si rannodava quell'indomito sentimento, che a traverso i traviamenti della vita, gli fa sempre ambire l'esaltamento e la glorificazione del suo nome.

Nel 1742, Carlo Emmanuele III guadagna il Piccolo San Bernardo con un fiorito esercito e scaccia di Savoia gli Spagnuoli. Carlo Emmanuele conosceva il valico; vi era passato undici anni addietro, quasi solo, pensieroso e presago forse degli imminenti drammi domestici. Veniva di Ciamberì e affrettava verso Torino temendo non ve lo precedesse per il Moncenisio il padre Vittorio Amedeo, geloso di riprendere l’abdicato potere. Triste sorte che tale dissidio dovesse nascere fra tali sovrani, degni tutti e due del trono, ultimi gloriosi fra i rampolli del ramo diretto di Savoia. Dopo di essi fino al regno di Carlo Alberto lo Stato cadde in miserrimi principi. L’ultima, la più triste fra le notevoli memorie del Piccolo San Bernardo è documento della loro insipienza. Fino allora le torme armate affrettavano per l’ardua montagna, premurose di scansarne i pericoli, gi

Quanta speranza in quella "alcuna speranza"! Alcuna speme è un'altra strada che adduce a una speranza così alta qual l'occhio dell'ambizione appena può raggiungerla e dubita pur anco di poterla scoprire! Convenite con me che Ferdinando è morto? È morto. Dunque qual'è l'erede più vicino al trono? Claribella.

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