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Aggiornato: 13 maggio 2025


Poscia, voltandosi verso Giovanni di Trezzo, che gli stava sempre alle costole, soggiunse: Voi, messere, dovreste mandare una parte dei vostri uomini alle spalle del castello, l

A breve andare le imposte volarono in pezzi, fu rotta la sbarra che ci avea posta a ritegno lo scudiero, e Giovanni di Trezzo fu il primo a dar dentro, colla spada sguainata. Dietro a lui una frotta di uomini, le cui facce iraconde e le armi erano sinistramente illuminate dalla torbida fiamma di alcune torce a pugno, intrise di pece.

Sotto! sotto! pigliatelo vivo! gridò Giovanni di Trezzo. Vo' farlo impiccare per la gola, questo furfante, che s'ostina a resistere dove comanda la repubblica genovese. No, perdio, non comanda la repubblica! rispose fieramente mastro Bernardo. Comando io, qui; difendo due donne dai vostri tentativi ribaldi. E seguitava a menar colpi a tondo, per tenere in rispetto gli assalitori.

Intanto, si spargeva tra i crocchi la voce che il Bardineto, il braccio destro del marchese Galeotto, era stato preso, mentre, con un pugno di arditi cavalieri, tentava di attraversare la cerchia degli assediati, per riuscire sulla via di San Giacomo. L'imboscata in cui egli doveva cadere, era comandata da Giovanni di Trezzo. Questo nome risvegliò i sospetti del Maso. Giovanni di Trezzo!

Stanca però anche donna Amalia d'udire teorie, volle che don Annibale le dicesse il suo parere intorno ad alcuni Romanzi storici italiani, addomandandolo della Pianta dei sospiri, del Gabrino Fondulo, del Castello di Trezzo, della Sibilla Odaleta, e finalmente dei Promessi Sposi.

Però, dopochè nuovi pericoli la sgomentarono sotto al castello di Trezzo, l'Adda, spaziando in men ripido letto, portava la navicella con minor violenza, e nelle vicinanze di Vaprio, l'andava sempre più accostando alla sponda, sicchè un raggio di speme tornò a brillare sugli occhi di Rosalia.

Che chiedete, messere? diss'ella poscia, con accento tranquillo. Potete argomentarlo, illustre signora; rispose Giovanni di Trezzo. Chiediamo del magnifico marchese Galeotto del Carretto, gi

San San Giorgio e Carretto! San Giorgio e Fregoso! Eran questa le grida che cozzavano insieme, come le mazze e le spade, facendo un chiasso indiavolato. Vi pigli un canchero! brontolò Giovanni di Trezzo. Il premio sarebbe ancora in sospeso?...

Non dubitate, gridò il Maso, correndogli sull'orme, è un uomo morto. I soldati del Campora e di Giovanni di Trezzo ebbero allora uno spettacolo di corsa, che nel Circo massimo, ai giuochi gladiatorii, non ebbe l'uguale il più famoso popolo della terra, Il Sangonetto, veduto andargli a male la sua ultima speranza, s'era dato a fuggire, e volava via come il vento.

Or dunque avvenne che l'accordo dei traditori con messer Pietro Fregoso fosse compiuto la mattina del 5 febbraio, cioè a dire quando Giacomo Pico si diede prigioniero, in pegno di sicurezza, ai nemici. Il capitano generale credette allora che si potesse tentare l'impresa; e Giovanni di Trezzo accettò di condurla.

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