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PANIMBOLO. Se menasse cosí i piedi nel caminare come le mani ne' piatti o le mascelle quando mangia, che l'alza in su e giú come un ballone, sarebbe venuto prima. DON FLAMINIO. Eccolo, ma con una ciera annunziatrice di cattive novelle. DON FLAMINIO. Leccardo, benvenuto! LECCARDO. Non son Leccardo mai fui Leccardo, ché non mai mi toccò leccar a mio modo. DON FLAMINIO. Sempre sul mangiare!

Ezio imparò a «vedere i fiori nell'erba». Colla mano leggera toccava la riva erbosa e sceglieva la margherita e il bottone d'oro, il ranuncolo, il timo silvestre, la menta con una delicatezza prodigiosa di tocco. E dire che io son sempre stato un grande ignorante in fatto di botanica! e non c'è nulla di più bello di questi fiori naturali che la terra offre per nulla.

Mio fratello si chinò su di me, mi toccò di nuovo, inquietamente, sospirando. Non ti tormentare, Tullio. C

APOLLIONE. Chi non è uso a mentire, crede ogniun che dica il vero. Ma io tocco la veritá con le mani. NARTICOFORO. Io non posso imaginarmi uomo piú perfidioso di te: questi è un «doli fabricator Epeus», è un altro Ulisse che fece il cavallo igneo per prender Troia. Tu ne sei stato admonito prima, che persuade a ciascun che sia lui.

Ahimè! Io avevo vagheggiato per tanto tempo la traversata dei Pirenei, e mi toccò farla di notte; prima che arrivassimo alle falde dei primi monti, era gi

Allora Serafina cominciò a pungere il cavaliere con qualche frizzo. Lo toccò nel debole.

Lettori, badate a me, qui si va fuori di strada. I nostri vecchi non avevano tante sfumature di discorso, e quando vedevano una fanciulla sul far di questa, sgranavano tanto d'occhi, esclamando: «Dio... misericordioso, che bel tocco di ragazza! che occhio di soleCiò è volgare in parte, e in parte sbrigativo, lo so, ma per contro è sincero.

La signora Marianna, che aveva finito anch'ella le sue preghiere, si alzò poco stante per uscire di chiesa. Ma quando giunse alla pila dell'acquasanta, non ebbe ad intingervi il sommo delle dita, come soleva fare ogni giorno. Un'altra mano, tratta pur dianzi dalla conca di marmo, le porgeva rispettosamente l'acqua lustrale. Che cuore fu il vostro, o Marianna, a quell'umido tocco di polpastrelli?

Il dottore Alemanni battè presto le palpebre, ma toccò il colpo bravamente in pieno petto, senza dare altro segno di commozione. Seguì una pausa.

La povera bella fu, sulle prime, come sbigottita da quello aprirsi improvviso dell'uscio, al semplice tocco delle sue dita. Quel quartierino aperto, e in apparenza deserto, le metteva paura. Tremò tutta dal capo alle piante, e si ritrasse fin presso la ringhiera. Ma di l