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Aggiornato: 23 giugno 2025
Ma prima che ne uscisse, il capo macchinista gli si avvicinò. La macchina è pronta. Posso provarla? Perbacco! Ha fatto miracoli! rispose il secondo, guardando l'orologio e sorridendo d'un riso un poco stentato. Non ha fatto mai così presto!... Ma il comandante ha ordinato oramai che si parta alle cinque. Provi il timone, per ora!...
Roma aveva are, e sacerdoti, e vittime votive, e messi da parte gli emblemi di forza prepotente a ragione la salutarono ed effigiarono sotto Nerva Roma felice con in mano un timone per chiarire come a lei spettasse il governo del mondo.
Ma non ci dormiva così bene come il ragazzo; perciò, dopo essersi voltato e rivoltato parecchie volte, si alzò brontolando, e andò sotto coperta a trovare il suo rancio. Quello che Sancio Ruiz commetteva era un grave mancamento. L’almirante aveva severamente: vietato che quando uno era alla guardia del timone, se ne allontanasse per alcuna ragione, lasciando ad altri l’uffizio.
Il padrone lo sapeva e toccava i quattrini. Quel tratto di strada fruttava ora, un buon terzo di più che non solesse per il passato. La notte, l’inverno, tutto il tempo della corsa zufolava quattro o cinque note di una sola canzone; l’estate, discorreva coi cavalli, con quelli di punta specialmente. Quelli del timone, diceva, non hanno tempo di starmi a sentire.
O Mare, io sento la tua voce che urla nella mia gola profonda i comandi rabbiosi dei piloti, imbavagliati dalla pioggia, fasciati di bruma, al timone, fra grida annegate dal vento e dalla disperazione, nella tempesta!...
La quiete regnava profonda. Noi non udivamo che la voce di Garibaldi a intervalli, sonora, concitata, onnipotente. O Rossi! rasentate la costa, dirigetevi sulla punta del Faro. Così egli comandava in dialetto genovese. Rossi, genovese, capitano di mare, sedeva al timone della prima barchetta occupata dal colonnello Muss..., da Libero Stradivari, da Ergisto Bezzi e da me.
PLUTARCO narra diversamente il caso di Timone il Misantropo. «Un giorno, egli dice, Timone si presentò alla bigoncia.
Il timoniere vedendo che in quel modo si andava incontro a inevitabile rovina, chiamato un marinaro nel quale molto si confidava, gli comandò di tenere per poco il timone vôlto a destra, e scese in traccia di Carlo che trovò col capo nascosto tra le mani sopra una tavola, travagliato dall'angoscia di stomaco.
Io vado a sbizzarrirmi con qualcheduno lassù, perchè mi sento la maggiore stizza ch'io abbia mai provata nel mondo: tanto, dobbiamo morire in questa notte: e se me lo avessi potuto immaginare! ma! darmela a gambe non posso, dunque scelgo di finirla con una bella accettata nel capo, perchè il pensiero di restare sommerso nell'acqua mi fa morire avanti tempo. E voi come avete lasciato il timone?»
Così la goletta aveva fieramente spiegato sui flutti la bandiera bianca con l'asinello riottoso, di cui Bruno guardava di tanto in tanto la groppa, pensando alla forza di quei calci gagliardi. Ebbene? gli disse Nicla stringendogli la mano. Non mi dici nulla? E lo fece salire nella lancia; poi gli sedette accanto sui cuscini bianchi dai bottoni rossi e prese tra le mani i fiocchi del timone.
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