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Aggiornato: 11 giugno 2025
60 Se non ti muovon le tue proprie laudi, e l'opre e scelse a chi t'ha il cielo eletto, la tua succession perché defraudi del ben che mille volte io t'ho predetto? deh, perché il ventre eternamente claudi, dove il ciel vuol che sia per te concetto la gloriosa e soprumana prole ch'esser de' al mondo più chiara che 'l sole?
El peccato è non cavelle, ed essi sonno facti servi e schiavi del peccato. Io gli feci arbori d'amore con vita di grazia, la quale ebbero nel sancto baptesmo; ed essi sonno facti arbori di morte, perché sonno morti, come decto t'ho.
MERLINO. De l'onorevol fama tanta io me ne acquisto col mio botiro e lardo, quanto tu con quelli toi zibetti e ambracani. Ma de l'utilitade io t'ho saggiamente da rispondere: niuna cosa essere piú utile che 'l mangiare e bere.
Vuoi che ti faccia aumentare il salario? vuoi tornare alla tenuta? Se desideri qualcosa, dillo francamente. Lo sai che sono sempre contenta di te e che t'ho sempre voluto bene. Lo so, rispose Drollino con voce tremante. E una specie di sorriso, stranamente triste passò sul volto dei giovane. E anche mio marito, proseguì Milla, anche lui, adesso, ti vuol bene.
Però che da questo cadresti ne' falsi giudíci, e' quali Io t'ho vetati, parendoti giudicare a dricto e tu giudicaresti a torto andando dietro al tuo vedere. E spesse volte il dimonio ti farebbe vedere molte veritá per conducerti nella bugia.
Quei mi sgrido`: <<Perche' se' tu si` gordo di riguardar piu` me che li altri brutti?>>. E io a lui: <<Perche', se ben ricordo, gia` t'ho veduto coi capelli asciutti, e se' Alessio Interminei da Lucca: pero` t'adocchio piu` che li altri tutti>>. Ed elli allor, battendosi la zucca: <<Qua giu` m'hanno sommerso le lusinghe ond'io non ebbi mai la lingua stucca>>.
E alcuna volta lo' mostraròe questi miserabili peccati acciò che sieno piú solliciti a cercare la salute loro, offerendoli a me con maggiore compassione; e con dolore de' loro difecti e de l'offesa mia pregare me per loro, sí come Io feci a te per lo modo che tu sai e decto t'ho.
Ora t'ho mostrato che modo ha a tenere generalmente ogni creatura che ha in sé ragione, per potere escire del pelago del mondo e per non annegare e giognere a l'etterna dannazione. Anco t'ho mostrato e' tre scaloni generali, ciò sonno le tre potenzie de l'anima, e che neuno ne può salire uno che non li salga tucti.
T'ho gi
E per che cagione Dio sottrae le lagrime corporali. Decto t'ho delle lagrime perfecte e imperfecte, e come tucte escono del cuore. Di questo vasello esce ogni lagrima di qualunque ragione si sia, e però tucte si possono chiamare «lagrime cordiali»: solo la differenzia sta ne l'ordinato o disordinato amore e ne l'amore perfecto o imperfecto, secondo che decto è di sopra.
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